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GUERRA COMMERCIALE

I cinesi attaccano i marchi del lusso. Ma cosa c'è di vero in tutto questo?

Cosa c'è dietro la famosissima Birkin di Hermès? Dei video su TikTok svelano una realtà che tale, forse, non è.
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I cinesi attaccano i marchi del lusso. Ma cosa c'è di vero in tutto questo?
Cosa c'è dietro la famosissima Birkin di Hermès? Dei video su TikTok svelano una realtà che tale, forse, non è.

ZURIGO - La guerra commerciale tra Cina e Stati Uniti apre un nuovo capitolo. Negli ultimi giorni, i social media sono stati inondati di video in cui presunti dirigenti e agenti di stabilimenti di produzione cinesi sembrano rivelare segreti di produzione dei marchi di lusso occidentali. Fil rouge di questi contenuti: il fatto che i nostri amati brand del lusso realizzino segretamente i loro prodotti in Cina.

Wang Sen è tra coloro che producono questi contenuti video. Si concentra in particolar modo sul settore delle borse di lusso. La sua vasta conoscenza di marchi, prodotti e luoghi di produzione conferiscono credibilità alle sue affermazioni.

Borsa Birkin da 1.400 dollari? - Tra i prodotti menzionati ci sono ricercatissime Birkin di Hermès che, stando a Sen, hanno un costo di produzione di "soli" 1.400 dollari. Prezzo di listino? Circa 38 mila dollari. Sen si spinge oltre, offrendosi addirittura di vendere la stessa borsa, senza intermediari e senza logo, per soli 1.000 dollari.

Interpellata, Hermès non ha commentato le affermazioni contenute in questi video. L'azienda però invita a verificare il suo rapporto annuale, da cui emerge che il 74% dei suoi prodotti è stato realizzato in Francia e il 55% nei suoi laboratori.

Video come quello di Sen sono sempre più frequenti sulla piattaforma cinese. Anche altri marchi, come Lululemon, stanno subendo la stessa sorte, con video accompagnati da un'offerta di vendita diretta. Ma quanto c'è di vero in queste affermazioni?

Alta probabilità di segnalazioni false - Patrik Schwendimann, analista di beni di lusso presso la Zürcher Kantonalbank, ha spiegato che sono soprattutto i marchi nordamericani a far realizzare i prodotti in Cina. Lululemon, ad esempio, lo dichiara esplicitamente.

«Tuttavia la pelletteria degli esclusivi marchi di lusso europei è ancora prodotta in gran parte in Europa e, nel caso del più grande marchio di pelletteria, Louis Vuitton, è prodotta anche negli Stati Uniti. Non escludo però che singoli componenti possano provenire anche dalla Cina e da altri paesi asiatici», spiega.

La vendita diretta sarebbe un autogol - La Cina, invece, è una roccaforte per quel che riguarda la produzione di scarpe da ginnastica e jeans di marca. «Anche per questi prodotti ci vuole però cautela, poiché in Cina esiste da decenni un’industria della contraffazione».

Inoltre, difficilmente il produttore di un brand famoso sarebbe così stupido da offrire una vendita diretta sui social media.

«Gli alti margini di profitto non sono un segreto» - Ciò nonostante, le informazioni sui prezzi non sono del tutto irrealistiche. «Nel settore della moda di lusso, è un segreto di Pulcinella che i margini di profitto lordi siano estremamente elevati». Questi servono a finanziare «i costosi punti vendita al dettaglio, il marketing e i reparti creativi e, in cambio, i consumatori ricevono un tocco di esclusività».

Giocare con il fuoco - Quei produttori che davvero vendono al cliente il prodotto genuino, senza etichetta, stanno invece giocando col fuoco. «Se ciò venisse scoperto, perderebbero immediatamente le loro licenze». E non sono escluse conseguenze legali. «Se vendono una copia esatta del prodotto, i marchi non esiteranno a fargli causa».

«La fiducia viene distrutta» - Secondo Frank Müller, docente dell'Università di San Gallo ed esperto di marchi di lusso, è difficile che il cliente tipo di questi prodotti possa ripiegare sul clone cinese a basso costo. Dopotutto, scegliere un marchio significa esprimere una dichiarazione sulla propria visione della vita.

Il professore mette in guardia da questi video: «Distruggono la fiducia tra marchi e fornitori senza che i produttori cinesi possano trarne vantaggio».

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