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BERNABoom del commercio illegale di prodotti chimici tossici

11.07.23 - 10:34
Lo dimostra uno studio di ricercatori svizzeri e cinesi. Sud-Est asiatico, Medio Oriente e Nord Africa detengono il primato.
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Boom del commercio illegale di prodotti chimici tossici
Lo dimostra uno studio di ricercatori svizzeri e cinesi. Sud-Est asiatico, Medio Oriente e Nord Africa detengono il primato.

BERNA - Il commercio illegale di prodotti chimici altamente tossici è assai diffuso. È quanto dimostra uno studio, condotto su dati disponibili pubblicamente raccolti dalle Nazioni Unite, da ricercatori svizzeri e cinesi su prodotti sottoposti alla Convenzione di Rotterdam.

I risultati sono poco confortanti, sottolinea una nota odierna del Laboratorio federale di prova dei materiali e di ricerca (Empa). Quasi la metà del volume di prodotti chimici attraversa i confini illegalmente, precisa lo studio pubblicato nella rivista "Nature Sustainability".

La Convenzione di Rotterdam annovera 54 sostanze chimiche o gruppi di sostanze in grado di danneggiare sia l'ambiente che le persone. Tra questi prodotti figurano pesticidi o diversi tipi di amianto e di prodotti contenenti mercurio. Tali sostanze possono essere esportate solo col consenso esplicito del paese importatore.

Scopo della convenzione è la protezione dei Paesi in via di sviluppo dall'arrivo sul proprio territorio di sostanze chimiche altamente pericolose, poiché questi Stati spesso non dispongono delle infrastrutture necessarie per trattarle e smaltirle in modo sicuro.

Dal 2004 al 2019 sono stati commerciati, secondo dati forniti dall'Empa - il cui studio si basa su 46 delle 54 sostanze incluse nella convenzione -, 64,5 milioni di tonnellate di simili sostanze: ben 27,5 milioni di tonnellate sono finite in Paesi che ne avevano vietato l'importazione.

Lo studio considera problematico l'elevato volume complessivo di sostanze pericolose commercializzate. Dei 64,5 milioni di tonnellate totali, la maggior parte - 55,3 milioni di tonnellate - è costituita da dicloroetano, un solvente cancerogeno altamente infiammabile e dannoso per la salute utilizzato nella produzione di cloruro di polivinile (PVC). Al secondo posto, con 6,3 milioni di tonnellate, si trova l'ossido di etilene, un prodotto altamente tossico utilizzato come pesticida e sterilizzante. Le altre sostanze chimiche, che sono prevalentemente pesticidi, rappresentano una parte relativamente piccola del totale.

Il mancato rispetto della Convenzione di Rotterdam è un fenomeno mondiale, soprattutto da parte di molti Paesi dell'Europa occidentale, centrale e meridionale, nonché del Sud e Sud-Est asiatico. Contemporaneamente, queste regioni sono state anche le più colpite dalle importazioni illegali, assieme al Medio Oriente e al Nord Africa, nonché all'America Latina.

«Il commercio illegale è molto preoccupante perché mina gli sforzi globali per proteggere noi e il nostro ambiente da sostanze chimiche pericolose», stando a Zhanyun Wang, ricercatore dell'Empa e responsabile dello studio.

Tra l'altro, Wang osserva che il risultato dello studio rappresenta una stima alquanto conservativa del commercio illecito di sostanze chimiche pericolose, giacché non vengono considerati né il contrabbando e né il mercato nero. Gli Stati Uniti, per esempio, hanno esportato circa quattro milioni di tonnellate di sostanze chimiche verso Paesi che si rifiutano di importarle secondo la Convenzione. Tuttavia, simili transazioni non sono necessariamente illegali dal momento che gli Usa non hanno ratificato la convenzione e sono soggetti a regole diverse.

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COMMENTI
 

vulpus 9 mesi fa su tio
Ma questi quantitativi indicati sono enormi. Siamo nel 2023 e siamo controllati fino al WC. È possibile che si possano movimentare un quantitativo di sostanze come quelle indicate e nessuno se ne rende conto? E questi paesi che dicono di non saperne nulla che tipi di verifiche fanno quando importano la merce?
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