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SVIZZERAGenerazione Z con la mente a pezzi: «Spetta alle aziende reagire»

17.10.22 - 14:37
Sono la forza lavoro di domani. Ma sempre più spesso soffrono psicologicamente.
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Generazione Z con la mente a pezzi: «Spetta alle aziende reagire»
Sono la forza lavoro di domani. Ma sempre più spesso soffrono psicologicamente.
E per rimanere attrattive le aziende devono ora puntare sul sostegno psicologico, sostengono gli esperti.

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BERNA - Giovanissimi. Ma con la mente a pezzi. Gli svizzeri della generazione Z stanno psicologicamente peggio di tutte le altre generazioni. Lo dimostra uno studio recentemente pubblicato dal gigante della consulenza strategica e gestionale McKinsey. E, secondo gli esperti, le aziende dovrebbero rimediarvi facendo molto di più per la salute mentale dei propri dipendenti.

Un dramma europeo - Il problema non tocca solo in Svizzera: altri nove Paesi europei risultano essere sulla stessa barca. Rispetto alla generazione dei baby boomer, un numero cinque volte maggiore di giovani della Gen Z descrive la propria salute mentale come scarsa o molto scarsa. Per migliorare questo aspetto, molti desiderano maggiore sostegno da parte del datore di lavoro, tanto che, nella scelta di un'azienda, l'offerta di supporto psicologico si fa sempre più importante.

Un impatto a lungo raggio - Secondo Stéphan Eliez, professore di psicologia all'Università di Ginevra, lo Stato e le aziende devono reagire: «Se i giovani sono in cattive condizioni psicologiche e non trovano aiuto, rischiano di perdere il lavoro. Oltre a toccare la sfera personale della persona, la salute mentale dei giovani ha quindi anche un impatto sulla società».

«Se non fanno nulla, i giovani andranno altrove» - Secondo Eliez, il ruolo del datore di lavoro è centrale: «Secondo lo studio, i giovani prestano sempre più attenzione ai servizi di supporto psicologico e alla promozione del benessere e della salute mentale da parte dell'azienda quando scelgono il loro futuro datore di lavoro». Per Eliez «le aziende dovranno rispondere ai desideri della generazione Z. Se non faranno nulla, i futuri dipendenti della Gen Z sceglieranno molto probabilmente un'azienda che tenga conto delle loro esigenze».

Google insegna - Le aziende non possono dunque più permettersi di allontanare i buoni dipendenti, sottolinea Eliez. Google, esemplifica, lo ha capito già 15 anni fa e offre al suo personale vari extra come massaggi, pasti gratuiti, assistenza all'infanzia, inclusione di tutti i dipendenti in progetti importanti, più vacanze e molto altro. «In un mondo globalizzato, i dipendenti sono il bene più prezioso di un'azienda. I datori di lavoro se ne stanno rendendo conto gradualmente, alcuni più velocemente di altri»-

Il lusso di poter scegliere - Rudolf Minsch, capo economista di Economiesuisse, conferma: «Nel mercato attuale, i dipendenti possono scegliere dove lavorare. Ci sono abbastanza posti di lavoro». Le aziende lo hanno capito e si preoccupano maggiormente del benessere dei lavoratori.

Problemi? Sempre più figure preposte - Negli ultimi anni, secondo Mensch, diverse aziende hanno inoltre creato degli organismi di mediazione. «Se ci sono problemi che riguardano il clima lavorativo o la salute mentale dei dipendenti, ci sono così persone a cui rivolgersi». Ma è anche chiaro che non tutte le aziende possono permettersi di offrire benefit aggiuntivi oltre a un buon stipendio. «Le PMI, in particolare, devono spesso fare una scelta».

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