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SVIZZERAIl maxi-gasdotto russo resta fermo: «La Svizzera potrebbe rimanere al buio»

03.09.22 - 21:27
Le forniture di Nord Stream 1 sono state completamente interrotte mercoledì. Ma avrebbero dovuto riprendere oggi.
AFP
Dalle prime ore di mercoledì mattina, il gas del gasdotto Nord Stream 1 non fluisce più verso l'Europa.
Dalle prime ore di mercoledì mattina, il gas del gasdotto Nord Stream 1 non fluisce più verso l'Europa.
Il maxi-gasdotto russo resta fermo: «La Svizzera potrebbe rimanere al buio»
Le forniture di Nord Stream 1 sono state completamente interrotte mercoledì. Ma avrebbero dovuto riprendere oggi.
Finché i Paesi limitrofi riempiranno i loro depositi di gas non ci saranno ripercussioni, afferma l'Ufficio federale dell'energia. Ma, secondo Economiesuisse, fare affidamento sulle riserve dell'Ue è un'ingenuità.

BERNA - Dalle prime ore di mercoledì mattina, il gas russo non fluisce più verso l'Europa. E, contrariamente a quanto promesso mercoledì, il servizio di Nord Stream 1, interrotto «per consentire delle riparazioni», oggi non ha ripreso. 

La causa? Secondo quanto dichiarato da Gazprom via Twitter, una perdita di petrolio verificatasi durante dei presunti lavori di manutenzione. Fino a quando la perdita non sarà riparata, viene specificato, il flusso di gas dovrà essere interrotto.

Il Nord Stream 1 è stato chiuso «con falsi pretesti», ha scritto nel frattempo un portavoce della Commissione europea in un cinguettio.

Intanto il Ministero federale tedesco ha chiarito di essersi già adeguato «all'inaffidabilità» della Russia nelle ultime settimane e di aver agito di conseguenza. Una portavoce ha aggiunto in un comunicato stampa che in Germania la sicurezza dell'approvvigionamento è garantita.

La Svizzera ha acquistato e stoccato riserve di gas all'estero - E la Svizzera? Marianne Zünd dell'Ufficio federale dell'energia (UFE) cerca di ridimensionare il problema. «Lo stop alle forniture non cambia nulla nella situazione attuale», ha dichiarato a 20Minuten. La Svizzera si è procurata riserve di gas all'estero e le ha stoccate, aggiunge, e una settimana fa l'industria del gas ha concluso gli appalti per le emergenze. «Per questi motivi, la situazione attuale non ha un impatto immediato sulle riserve all'estero».

La situazione è invece diversa per i Paesi europei che non hanno ancora riempito i loro depositi di gas. Ed è difficile stimare quanto durerà l'interruzione. «Le autorità stanno osservando e tenendo d'occhio gli ulteriori sviluppi della situazione», ha dichiarato Zünd.

Uno sguardo alla situazione attuale in Germania mostra che il livello di riempimento degli impianti di stoccaggio del gas, ora all'85%, è attualmente in linea con la media degli ultimi anni. Gli impianti di stoccaggio di gas francesi sono invece pieni fino al 90%. L'obiettivo di entrambi i Paesi resta comunque quello di riempire completamente gli impianti di stoccaggio entro l'inverno.

«Affidarsi agli impianti di stoccaggio del gas in Europa sarebbe ingenuo» - Per la Svizzera, che riceve la maggior parte del gas dai Paesi confinanti, questo comporta buone previsioni, ha dichiarato a 20Minuten Thomas Hegglin, portavoce dell'Associazione dell'industria svizzera del gas. «Non si può parlare di tranquillità. Ma sono segnali positivi». E, riguardo al blocco delle forniture, per Hegglin «non si prevedono conseguenze immediate» anche se Nord Stream 1 dovesse rimanere chiuso anche nei prossimi giorno. Tuttavia, specifica, sarà più difficile per la Germania riempire il 95% delle sue riserve entro il 1° novembre, come previsto.

«Potremmo rimanere al buio» - «Affidarsi agli impianti di stoccaggio del gas in Europa per l'inverno sarebbe ingenuo», avverte però Economiesuisse. Gli impianti di stoccaggio del gas servono infatti solo come ponti temporanei. In Germania, quest'ultimi coprono circa il 30% della domanda invernale, secondo Rudolf Minsch, presidente del comitato esecutivo dell'associazione di categoria. «In caso di emergenza, non possiamo semplicemente fare affidamento sulle riserve all'estero. Se dalla Russia non arriva nulla e Putin chiude il nostro rubinetto del gas, la Svizzera potrebbe rimanere al buio», sottolinea Minsch.

Cosa faremo senza gas? - In caso di carenza di gas, l'approvvigionamento economico nazionale ha a disposizione quattro misure per ridurre i consumi. In primo luogo, la popolazione e l'economia sarebbero chiamate a risparmiare gas. In caso di carenza, i cosiddetti impianti dual-fuel passerebbero al petrolio.

In una terza fase, i divieti e le restrizioni verrebbero imposti passo dopo passo. Le piscine e i locali vuoti non potrebbero ad esempio più essere riscaldati. E, in extremis, verrebbe messo in piede un sistema di quote. Tutte le imprese e le istituzioni sarebbero colpite, tranne i nuclei familiari e i "servizi sociali di base" come ospedali, case di riposo, polizia, vigili del fuoco o gli acquedotti. Il Consiglio federale sottolinea che queste misure entreranno in vigore solo in caso di grave carenza.

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