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BERNAAsfalto a condizioni preferenziali

22.02.22 - 07:45
Produttori bernesi nel mirino della COMCO per violazione della legge sui cartelli
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Fonte ATS
Asfalto a condizioni preferenziali
Produttori bernesi nel mirino della COMCO per violazione della legge sui cartelli

BERNA - Nuovo cartello edilizio in Svizzera: dopo lo scandalo nei Grigioni, questa volta sono i produttori di asfalto bernesi a finire nel mirino della Commissione della concorrenza (COMCO). Alcuni degli interessati hanno però già detto di voler ricorrere al Tribunale amministrativo federale (TAF) contro la multa loro inflitta.

La "Berag Belagslieferwerk Rubigen AG", impresa produttrice di asfalto e leader di mercato nella regione di Berna, per anni ha venduto asfalto ai suoi azionisti a condizioni preferenziali, e quindi a prezzi significativamente più bassi, concedendo inoltre ai suoi clienti un premio fedeltà con un carattere vincolante sul lungo periodo, indica oggi in una nota la COMCO. Così facendo ha abusato della sua posizione dominante sul mercato.

L'azienda di Rubigen, un comune a pochi chilometri da Berna, è stata multata di oltre 1,5 milioni di franchi dalla Commissione della concorrenza. Per altri 11 azionisti sono state comminate multe per un totale superiore ai 400'000 franchi. Alcune parti hanno concluso la procedura con una conciliazione, sottolinea la COMCO.

La Berag AG e la Frutiger AG, uno degli azionisti, intendono invece portare il caso al TAF. In un comunicato odierno, Berag definisce le accuse ingiustificate e infondate. La stessa azienda afferma di essere confrontata a una forte concorrenza e di non avere una posizione dominante sul mercato.

La multa non è accettata nemmeno dalla co-azionista Frutiger. Quest'ultima nota che secondo la COMCO la clausola di non concorrenza del contratto di fondazione della Berag, del 1976, è stata formalmente revocata solo nel 2016. Ma - contesta la Frutiger - in realtà non aveva più peso da molto tempo. Ed «è provato» che il divieto di concorrenza in realtà non è più stato reintrodotto da anni. La questione della cancellazione formale è quindi irrilevante, secondo l'azienda. Inoltre, nel 1976 non esisteva una legge sui cartelli, entrata in vigore solo nel 1996. All'epoca, le clausole di divieto di concorrenza erano comuni: "facevano parte dei normali modelli di accordi tra azionisti".

La COMCO vede però la situazione in modo molto diverso. Sottolinea che il prezzo della mistura di asfalto è il parametro competitivo più importante nella costruzione di strade. E Berag ha offerto condizioni preferenziali ai suoi azionisti almeno dal 2004, avvantaggiandoli quindi per anni rispetto alle altre società. Inoltre, pagando ai suoi clienti un bonus di fedeltà a partire dal 1978, ha legato i clienti a sé e ostacolato la concorrenza.

Dal 1976 fino al 2016 alcuni azionisti si erano accordati per non fare concorrenza a Berag, nelle vicinanze del suo stabilimento, con propri impianti di produzione di asfalto o con partecipazioni in altri impianti, contribuendo così ad eliminare ogni tipo di concorrenza: dato che il trasporto dell'asfalto è molto costoso, «le imprese di costruzione stradale lo acquistano da un impianto il più possibile vicino al cantiere», spiega la COMCO, sottolineando che Berag ha il più grande impianto della regione di Berna e la maggior parte dei suoi azionisti sono imprese di costruzione stradale.

Il procedimento contro la Berag è uno dei tre portati avanti dalla Commissione della concorrenza nell'area di Berna. In uno ha multato i produttori di cemento e ghiaia Kästli e Alluvia per un importo record di 22 milioni di franchi, nel 2019, per aver fissato i prezzi. Il caso è ora pendente al TAF. Una terza indagine è diretta contro diverse aziende nel settore dei materiali da costruzione e delle discariche nella zona di Berna. Secondo la nota odierna della SECO, una decisione in questo caso è prevista entro la fine del 2022.

Nel 2018 la COMCO - nel contesto della cosiddetta appaltopoli grigionese - ha concluso inchieste sul settore edile nei Grigioni, accertando e sanzionando diverse infrazioni al diritto dei cartelli commesse dalle imprese coinvolte nel periodo tra il 2004 e il 2012. Si è trattato di uno dei più grandi scandali in Svizzera in questo ambito.

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