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Anche la placenta umana è un bersaglio del coronavirus

Lo ha determinato uno studio condotto "a quattro mani" da ricercatori dell'IVI di Berna e del CHUV di Losanna.
Depositphotos (foto d'archivio)
Anche la placenta umana è un bersaglio del coronavirus
Lo ha determinato uno studio condotto "a quattro mani" da ricercatori dell'IVI di Berna e del CHUV di Losanna.
Marco Alves, capogruppo e immunologo dell'IVI: «Migliaia di particelle virali infettive possono essere generate rapidamente nella placenta».
BERNA / LOSANNA - La placenta umana è un bersaglio del virus SARS-CoV-2. Il patogeno può infettare le sue cellule e proliferare in esse, andando in seguito a contaminare anche le cellule placentari vicine. Lo ha scoperto un team di rice...

BERNA / LOSANNA - La placenta umana è un bersaglio del virus SARS-CoV-2. Il patogeno può infettare le sue cellule e proliferare in esse, andando in seguito a contaminare anche le cellule placentari vicine. Lo ha scoperto un team di ricerca guidato dal dottor Marco Alves dell'Istituto di virologia e di immunologia IVI di Berna e dal professor David Baud, capo del Dipartimento di ostetricia del CHUV. I risultati della loro ricerca sono stati ora pubblicati sulla rivista scientifica Call Reports Medicine.

«Questo è un importante passo in avanti nella nostra comprensione della COVID-19 durante la gravidanza», spiega - citato in un comunicato - Marco Alves, capogruppo e immunologo all’IVI. «Migliaia di particelle virali infettive possono essere generate rapidamente nella placenta. Inoltre, abbiamo osservato che l’espressione del recettore del SARS-CoV-2 nella placenta è molto variabile e specifica per ogni gravidanza, il che potrebbe spiegare perché il virus a volte passa al feto».

A parità di età, nelle donne incinte il rischio di essere contagiate dal coronavirus aumenta del 70% rispetto alla popolazione generale. E in caso di contagio «il rischio di un’evoluzione grave, ovvero di essere ricoverate in terapia intensiva, è del 5–10 %», precisa David Baud. E con questo aumentano di 2 o 3 volte anche il rischio di un parto prematuro e quello di morte fetale (endouterina). Per questo motivo, le donne in gravidanza e i loro feti sono da considerarsi particolarmente vulnerabili al virus.

Ad oggi, diverse centinaia di migliaia di donne incinte sono già state vaccinate con un vaccino a RNA messaggero, senza alcun aumento del rischio per la madre e il bambino. Questo perché l’RNA messaggero non passa al feto, mentre gli anticorpi sviluppati dalla madre attraversano la barriera placentare e proteggono quindi il bambino. «Il fatto che il virus possa infettare e proliferare nella placenta dimostra la necessità di essere vaccinati», spiegano i due ricercatori. È opportuno ricordare che questa vaccinazione è ora raccomandata a tutte le donne incinte in Svizzera.

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