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BERNAQuarantena: chi torna da un Paese a rischio sarebbe piuttosto disciplinato

24.07.20 - 17:42
Lo rivela un sondaggio condotto tra i Cantoni. Per l'UFSP, però, è impossibile stimare in quanti non si annunciano.
Keystone
Fonte Ats
Quarantena: chi torna da un Paese a rischio sarebbe piuttosto disciplinato
Lo rivela un sondaggio condotto tra i Cantoni. Per l'UFSP, però, è impossibile stimare in quanti non si annunciano.

BERNA - Attraverso monitoraggi e controlli puntuali i Cantoni hanno beccato alcuni viaggiatori che non si erano annunciati per la quarantena da Covid-19 dopo il rientro da situazioni a rischio. I casi sembrano comunque sporadici, anche se non è possibile stimarne il numero.

La quarantena è destinata a tutti coloro che hanno avuto contatti con una persona infettata dal coronavirus e, dal 6 luglio, a chi entra in Svizzera da un Paese a rischio. Gli interessati devono presentarsi alle autorità cantonali al più tardi 48 ore dopo l'arrivo nella Confederazione. Chi non si annuncia rischia una multa fino a 10'000 franchi.

Da una settimana l'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) effettua controlli isolati sulle liste dei passeggeri di aerei. Fino a ieri l'ufficio federale ha trasmesso i dati di nove voli ai Cantoni interessati. E altre liste seguiranno ancora questa settimana, ha detto un portavoce all'agenzia Keystone-ATS. Dalla prossima settimana la Confederazione farà lo stesso per le linee di autobus.

Oggi l'UFSP ha annunciato che finora sono state 5'565 le persone che hanno fatto la quarantena di 10 giorni dopo il ritorno da un Paese a rischio. In base ai dati forniti fino a oggi da 21 Cantoni e dal Liechtenstein, altre 2'335 persone sono in quarantena per aver avuto contatti con un portatore di Sars-CoV-2.

Secondo un sondaggio di Keystone-ATS presso i Cantoni, al quale hanno risposto in undici, sempre più persone che rimpatriano si annunciano alle autorità, specialmente negli ultimi giorni.

A seconda dei cantoni il tasso di quarantene per viaggi all'estero varia da 15 al 90% del totale. Spiccano ad esempio i cantoni di Ginevra (628 persone, ossia il 70%) e Friburgo (137, ossia il 76%).

L'UFSP sottolinea di non poter stimare quante sono la persone che non si annunciano, poiché il monitoraggio è compito dei Cantoni. E quelli interpellati da Keystone-ATS ammettono che il numero è difficile da valutare.

Il portavoce di San Gallo Markus Wehrli ritiene che le infrazioni possano essere relativamente numerose dato che una quarantena di dieci giorni può anche far perdere il posto di lavoro. Zurigo parla di casi sporadici, e anche Vaud. Mentre nei Grigioni è finora noto un solo caso. Il Cantone orientale considera che il controllo sociale, al lavoro o fra parenti e conoscenti intimi, funzioni bene. Ginevra, Berna e Soletta affermano per contro che non hanno ancora trovato passeggeri recalcitranti durante in loro controlli a caso.

Diversi autorità cantonali hanno rafforzato l'informazione in merito sia sui social che con affissioni o prevedono di farlo per il periodo di rientro dalle vacanze. Alcuni hanno anche deciso di coinvolgere le aziende e associazioni professionali nella campagna di sensibilizzazione.

Nel Cantone di Soletta, i datori di lavoro hanno ricevuto una lettera dal servizio medico cantonale. I dipendenti dovranno compilare il modulo online dopo il loro ritorno in Svizzera. Si fa notare che ciò è nell'interesse delle aziende. Perché se un caso Covid-19 si verifica in una impresa, essa potrebbe dover chiudere almeno temporaneamente, con notevoli conseguenze finanziarie.

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