La coniatura, però, avviene in Svizzera. Lo prevedono le norme sugli acquisti pubblici. Finora, una parte di pezzi grezzi veniva fabbricata in Germania
BERNA - Da 100 anni a questa parte l’aspetto delle monete non è cambiato in Svizzera e questo fa di loro la serie più vecchia del mondo. Il materiale con cui sono fabbricate, però, è cambiato e come. La zecca di Stato Swissmint, infatti, riceve i pezzi ancora da lavorare da fornitori esteri.
Come riporta CH Media, stando alla gara d’appalto di quest’anno tutti e sette i lotti per i pezzi grezzi delle sette monete sono andati al produttore di metalli sudcoreano Poongsan. Finora, almeno una parte dei tondini usati per fabbricare le monete proveniva ancora da uno stabilimento in Germania.
Per ogni taglio Swissmint ha ordinato a Poongsan tra le 13 e le 75 tonnellate di pezzi grezzi, composti da una lega fissa di rame e nichel. Solo per la moneta da 5 centesimi viene aggiunto anche dell’alluminio. Complessivamente, il volume delle ordinazioni aperte ammonta a 8,1 milioni di franchi.
Benché la coniatura di monete rientri tra i compiti principali dello Stato, gli ordini per la produzione e la consegna delle stesse hanno dovuto essere messi a concorso a livello internazionale. È ciò che prevedono le norme sugli acquisti pubblici nel caso in cui una commessa superi un determinato importo.
La decisione di conferire l’incarico a Poongsan è stata determinata dal fatto che l’azienda sudcoreana ha presentato l’offerta migliore. La società fornisce del resto pezzi grezzi alla Svizzera dal 2012. L’ultima visita di controllo di Swissmint da Poongsan risale al 2015.
I pezzi non ancora impressi di provenienza straniera continuano comunque a essere coniati in Svizzera da Swissmint, che tuttavia non lavora più le materie prime da 50 anni. La zecca dispone di sei presse per il conio, ma, a determinare il ritmo di produzione, sono le ordinazioni da parte della Banca nazionale. E la cadenza può variare anche molto. Al momento vengono coniate 280 tonnellate di monete l’anno.