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SVIZZERA

Questione Siria, Cassis: «Siamo un partner riservato e affidabile»

I rappresentanti rossocrociati suggeriscono soluzioni diplomatiche
Keystone
Questione Siria, Cassis: «Siamo un partner riservato e affidabile»
I rappresentanti rossocrociati suggeriscono soluzioni diplomatiche
BERNA - Dopo i recenti attacchi occidentali avvenuti in Siria la Confederazione invita tutte le parti in causa a misure di de-escalation e a creare condizioni per garantire la protezione e l'assistenza umanitaria dei civili e delle vittime del confli...

BERNA - Dopo i recenti attacchi occidentali avvenuti in Siria la Confederazione invita tutte le parti in causa a misure di de-escalation e a creare condizioni per garantire la protezione e l'assistenza umanitaria dei civili e delle vittime del conflitto. Cassis e Parmelin sostengono questa via.

In un'intervista odierna alla "NZZ am Sonntag", il capo del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) Ignazio Cassis giustifica l'atteggiamento prudente della Svizzera. Il ticinese è convinto che «come partner riservato e affidabile, otteniamo di più che attraverso condanne, sanzioni o espulsioni di diplomatici».

Berna chiede inoltre che «la missione d'inchiesta dell'Organizzazione internazionale per la proibizione delle armi chimiche (OPAC) possa iniziare oggi come previsto e che gli attori in Siria non ostacolino il suo lavoro», si legge nel comunicato diramato ieri dal DFAE.

Il presunto attacco chimico avvenuto a Duma costituisce una violazione grave del diritto internazionale. Ciò è «inaccettabile e inquietante», sottolinea il DFAE.

Secondo il ministro della difesa Guy Parmelin, gli Stati Uniti e i suoi alleati «avrebbero potuto aspettare i risultati dell'inchiesta. La missione dell'Onu è in grado di stabilire se e quali armi sono state utilizzate», indica il consigliere federale in un'intervista pubblicata sul sito internet del "Blick".

Il Consiglio federale invita tutte le parti a tornare al tavolo delle trattative. «La guerra in Siria è stata oggetto di negoziati a Ginevra. Queste discussioni devono proseguire il più rapidamente possibile. La popolazione civile sta soffrendo, ciò è inaccettabile», sostiene Parmelin.

Il DFAE è in contatto con i rappresentanti diplomatici della regione e con l'ufficio umanitario della Confederazione a Damasco: «Il coordinatore non è stato colpito dagli attacchi».

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