Nei chioschi in Svizzera i periodici esteri costano anche il 172% in più. Valora: «Decidono gli editori». Loro, però, non rispondono
LUGANO / BERNA - Focus: 8.40 franchi. Vanity Fair: 4.50. Bell’Italia: 12.50. Riviste interessanti, certo, ma che come tutte quelle italiane costano care al curioso lettore ticinese. L’87% in più rispetto al prezzo applicato in Italia nel caso di Focus, che oltreconfine costa 3,90 euro. Il 61% in più per Vanity Fair (2,40 euro). Addirittura il 172% in più nel caso della rivista di viaggi Bell’Italia (4 euro)*.
Una problematica nota, ma alla quale il parlamento svizzero potrebbe presto tentare di porre rimedio. Oggi, infatti, il Consiglio Nazionale decide se incaricare il Consiglio federale di trovare «una soluzione per quanto possibile efficace e poco burocratica che riduca durevolmente i prezzi delle riviste estere».
«Il 70% in più è ingiustificabile» - «I prezzi esagerati sono un problema per i consumatori svizzeri», sottolinea “Mister Prezzi” Stefan Meierhans parlando con 20 Minuten. Nel nostro Paese ci sono senz’altro dei costi di esercizio più alti, aggiunge, «ma un sovrapprezzo del 70% è ingiustificabile». La soluzione potrebbe essere una legge ad hoc sui prezzi delle riviste o una modifica della legge sui cartelli. Il Consiglio federale, tuttavia, obietta che una simile mossa limiterebbe la libertà economica e porterebbe a ridurre «l’ampio e aggiornato assortimento dei chioschi». Invita così il parlamento a respingere la mozione.
Di avviso simile è il capo della fazione UDC, Thomas Aeschi, che ritiene che lo Stato non debba immischiarsi. Il problema, assicura, «si risolve da solo con la digitalizzazione». La sostenitrice della mozione e consigliera nazionale PS Prisca Birrer-Heimo crede invece che la Commissione della concorrenza e Mister Prezzi debbano «ricevere gli strumenti necessari per mettere la parola fine ai prezzi esagerati».
Valora: «Non abbiamo alcun influsso» - Il gestore di chioschi Valora, dal canto suo, assicura che a fissare i prezzi sono gli editori stranieri e che la società non ha «alcun influsso» sulla loro determinazione.
Gli editori italiani non rispondono - Per questo articolo abbiamo contattato sei editori italiani per chiedere loro come determinassero i prezzi e se non gli spiacesse essere percepiti come degli approfittatori da parte dei loro lettori svizzeri. Fino a domenica, tuttavia, nessuno aveva ancora preso posizione in merito alle nostre domande.
*Nella galleria di immagini trovate altri esempi. Percentuali calcolate in base al cambio di venerdì 2 marzo.