Nei Cda svizzeri scarseggiano le competenze sull'intelligenza artificiale

C'è consapevolezza dei rischi, ma il potenziale non viene sfruttato appieno
BERNA - I consigli di amministrazione (Cda) delle aziende svizzere hanno difficoltà con l'intelligenza artificiale (IA): secondo un sondaggio, riconoscono l'importanza e i rischi di quest'ultima, ma non hanno ancora competenze sufficienti.
La maggior parte delle imprese elvetiche non sfrutta appieno il potenziale della cosiddetta "intelligenza artificiale generativa" (GenAI), ha indicato oggi la società di consulenza Deloitte citando l'ultimo "swissVR Monitor". Secondo i membri dei Cda intervistati, la tecnologia viene utilizzata solo in alcuni settori.
Una grande maggioranza delle aziende (79%) si concentra sull'aumento dell'efficienza e della produttività all'interno dell'azienda con l'aiuto della GenAI. La riduzione dei costi (43%) o il miglioramento di prodotti e servizi (40%) seguono a notevole distanza. Tuttavia, l'IA viene utilizzata meno frequentemente per ottenere vantaggi strategici come la generazione di nuove idee e informazioni (34%) o l'aumento dell'innovazione e della crescita (31%).
E quando l'IA viene utilizzata, il controllo umano è quasi inesistente: solo il 17% delle aziende fa controllare tutti i contenuti generati dall'IA da almeno una persona. Allo stesso tempo, tre membri del Cda su cinque hanno indicato risultati potenzialmente errati come rischio maggiore per la loro azienda.
Deloitte conclude che sarebbe quindi importante acquisire competenze adeguate in questo settore e assumere esperti di IA nel consiglio di amministrazione. Oppure ricorrere a competenze esterne.
Deloitte ha condotto l'indagine insieme all'associazione dei Cda SwissVR e alla scuola universitaria professionale di Lucerna. Sono stati intervistati quasi 400 membri dei consigli di amministrazione.




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