Petrolio in Amazzonia, diverse banche svizzere criticate

Gli istituti sono citati in un rapporto pubblicato oggi dalle organizzazioni ambientaliste Stand.earth e Amazon Watch
Gli istituti sono citati in un rapporto pubblicato oggi dalle organizzazioni ambientaliste Stand.earth e Amazon Watch
ZURIGO - Diverse banche svizzere, francesi e olandesi finanziano l'estrazione di petrolio dall'Amazzonia ecuadoriana, con effetti nefasti che comprendono maree nere, violazioni dei diritti umani dei popoli autoctoni e accelerazione del riscaldamento climatico.
È l'accusa lanciata da un rapporto pubblicato oggi dalle organizzazioni ambientaliste americane Stand.earth e Amazon Watch e di cui dà notizia in Svizzera un comunicato firmato da varie organizzazioni, fra cui Greenpeace e Associazione per i popoli minacciati.
Fra gli istituti elvetici citati si trovano i nomi di UBS, Credit Suisse e delle filiali ginevrine di banche internazionali. Stando alla ricerca complessivamente le banche dal 2008 avrebbero fornito finanziamenti per un totale di 10 miliardi di dollari (circa 9 miliardi di franchi al cambio attuale), che hanno portato all'estrazione di 155 milioni di barili di petrolio destinati alle raffinerie americane.
I rappresentanti di diverse associazioni hanno fra l'altro consegnato oggi il rapporto ("European Banks Financing Trade of Controversial Amazon Oil to the U.S.") alla sede di Credit Suisse a Zurigo.





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