Muretti, marmotte e team radio: il mondiale è tutto tranne che noioso


La marmotta è pesante, poco veloce, barcolla e si rifugia appena avverte pericolo, quasi come la Ferrari
Domenica 29 giugno, in Austria, se ne vedranno (ancora) delle belle.
La marmotta è pesante, poco veloce, barcolla e si rifugia appena avverte pericolo, quasi come la Ferrari
Domenica 29 giugno, in Austria, se ne vedranno (ancora) delle belle.
SPIELBERG - Evviva la F1, evviva i muri – anzi, i muretti – e naturalmente evviva il team radio, che ormai è parte integrante dello spettacolo.
Piccola postilla, ma non si sa mai: Lando avrà forse confuso la posizione del leggendario Muro dei Campioni?
L’inizio è stato col botto, letteralmente. Questo campionato ci sta regalando emozioni da salti sul divano: tutto e il contrario di tutto. Le previsioni della vigilia? Stravolte. E i muretti? Sempre più protagonisti. Già dalle prove libere, diversi piloti hanno contribuito ad arricchire la classifica non ufficiale dei “distruttori mondiali”.
Tra questi, anche il povero Charles Leclerc, che a ridosso dei trent’anni vede il sogno mondiale farsi sempre più sfocato. Ovviamente speriamo di essere smentiti… ma intanto la strada è ancora lunga.
E poi c’è Lewis Hamilton, silenzioso in pista ma non certo fuori dai riflettori: in Canada ha investito una marmotta.
Curiosità: la marmotta è pesante, poco veloce, barcolla e si rifugia appena avverte pericolo. Una descrizione che, in maniera quasi inquietante, riecheggia certi momenti recenti in casa Ferrari.
Cambiando leggermente tema, tra i più accaniti scommettitori si fa largo una nuova “puntata calda”: quando arriverà il prossimo team radio esplosivo da Maranello? Quello che farà saltare il banco con un commento poco elegante verso il muretto? Chissà, magari la regia ci regalerà il contenuto completo. L’impressione è che il clima nel box Ferrari stia sfiorando il punto di ebollizione.
A proposito dei team radio: oggi sono parte fondamentale della gara, ma non è sempre stato così. Prima degli anni ‘80, i piloti ricevevano info solo tramite le famose lavagnette. Le prime comunicazioni bidirezionali furono testate dalla Ferrari nel 1986, mentre nel 1993 sempre il Cavallino introdusse le trasmissioni via satellite grazie a Pioneer, aprendo la strada anche ai primi dati telemetrici in tempo reale. Oggi le comunicazioni tra box e pilota sono continue, quasi invasive. Alcuni le apprezzano, altri molto meno… specie quando si vola oltre i 300 km/h.
Chiudiamo con un motto che immaginiamo scolpito nel cuore di Kimi Antonelli: “Nel dubbio, piede giù. Sempre e comunque”.
Prossimo appuntamento con la F1: domenica 29 giugno in Austria. Spoiler? I muretti saranno al loro posto. Anche il team radio.