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LORENZO CAVAGLIOTTI

Un mandato creato per giustificare il potenziamento delle strade

Lorenzo Cavagliotti, coordinatore della petizione Sopra la vita! Sotto l’autostrada!
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Un mandato creato per giustificare il potenziamento delle strade
Lorenzo Cavagliotti, coordinatore della petizione Sopra la vita! Sotto l’autostrada!

È noto che nel Mendrisiotto si vuole costruire una nuova autostrada tra Bissone e Chiasso, battezzata progetto POLUME. Una grande opera presentata come indispensabile per “fluidificare” il traffico lungo l’A2 e risolvere il problema delle code. Ma dietro i grafici e le parole tecniche si nasconde una vecchia ricetta, quella di sempre: quando le strade si riempiono, si costruiscono altre strade. È un’illusione già vista troppe volte.

Il Politecnico federale di Zurigo (ETH) ha appena pubblicato il tanto atteso studio “Trasporti 2045”, commissionato dal DATEC con lo scopo di stabilire le priorità dei grandi progetti infrastrutturali svizzeri. Leggendolo con attenzione, si capisce però che il mandato è stato scritto per confermare la necessità dei grandi potenziamenti, non per valutarne criticamente l’utilità. Lo studio è basato unicamente sui dati attuali forniti dall’amministrazione federale senza delle reali previsioni su come potrebbe evolvere il traffico. Un chiaro segnale di come Berna cerchi a tutti i costi di portare avanti i grandi progetti malgrado il secco no uscito dalle urne.

Il rapporto dell’ETH non dedica neanche un paragrafo all’impatto ambientale o sociale delle nuove autostrade. Non parla della qualità dell’aria, del rumore, del consumo di suolo o della salute dei cittadini. Tutto ruota attorno alla “capacità della rete” e alla “fattibilità finanziaria”.

Il territorio è già saturo, stretto tra montagne, autostrade e zone industriali. Non serve allargare il tracciato esistente, ma bisogna ridefinirlo e trovare soluzioni intelligenti, coordinate e sostenibili sia per il territorio, che per la popolazione. Investire miliardi in un’infrastruttura pensata con logiche del secolo scorso significa costruire oggi un’opera già vecchia domani. Quando sarà pronta, la mobilità sarà diversa, ma il territorio sarà stato irrimediabilmente compromesso.

Nel novembre 2024, il popolo svizzero ha respinto i progetti di potenziamento delle strade nazionali. È stato un segnale forte e chiaro: la maggioranza non vuole più nuove autostrade, ma una mobilità sostenibile. Ignorare quel voto e portare avanti il progetto POLUME significa andare contro la volontà democratica dei cittadini e contro gli impegni assunti dalla Svizzera in sede ONU per la riduzione delle emissioni e la protezione del territorio.

Ogni chilometro di autostrada in più significa più traffico, più CO₂, più rumore, meno spazi verdi e meno salute. È un modello che appartiene al passato e che non risponde più alle sfide climatiche, economiche e sociali di oggi.

Il progetto POLUME, così come pensato, non è una soluzione: è il simbolo di una politica dei trasporti che guarda nello specchietto retrovisore.

Il Mendrisiotto e tutta la Svizzera meritano un futuro sostenibile. Sostieni la petizione Sopra la vita! Sotto l’autostrada!

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