Matteo Muschietti - Municipale di Coldrerio
Il Mendrisiotto per buona parte confina con l'Italia. È un imbuto inserito nella Pianura Padana. È da tempo che tutti i comuni del distretto sono allertati per fare il possibile per mantenere al di fuori dei confini il flagello della peste suina africana.
In questi ultimi tempi, nei momenti non bagnati dalla pioggia, mi reco sulla dorsale pedestre insubrica e osservo, oltre all'esplosione del verde sulle fronde di faggi e querce, anche la situazione dei cinghiali che sono di casa, sia al di là del confine che da noi. Da parte mia ho sempre criticato la "ramina" che è stata posata negli anni ’30 dal regime fascista per ostacolare il contrabbando, ma devo dire che oggi è in parte utile per fermare il flusso di cinghiali provenienti da oltre frontiera.
Grazie ai buoni rapporti che detengo con le autorità italiane, ho contattato il sindaco di Uggiate-Trevano con Ronago, il sig. Tettamanti, per fare il punto sulla situazione della peste suina oltre frontiera e mi ha assicurato che nel suo comune e in quelli limitrofi non sono stati registrati casi della malattia.
Mi ha detto anche che ultimamente sono state organizzate battute di caccia per diminuire il numero dei cinghiali e che vige un'attenzione particolare affinché eventuali casi di contagio non si propaghino oltre confine.
È la Regione Lombardia che in primis ha il compito di vigilare affinché la peste suina venga controllata in modo capillare, delegando i compiti anche alle province e avvisando i comuni, visto che i focolai più importanti si trovano sul suo territorio.
La maggior parte dei comuni oltre la "ramina" è vigile nei confronti di questo problema. I divieti promossi dal Cantone, quali non dare da mangiare ai cinghiali (specialmente non disperdendo nell'ambiente resti di prodotti suini dopo uno spuntino, che se contaminati non hanno nessun effetto sull'uomo ma sono letali per i cinghiali), o evitare di recarsi in allevamenti suini dopo aver cacciato, sono attivi anche in Italia.
In questi casi la collaborazione con comuni, regioni, province, deve essere costante sia da parte svizzera che da parte italiana.
Se veramente vogliamo sconfiggere in modo radicale la peste suina africana, dobbiamo avere il massimo della collaborazione e trasparenza da ambo le parti
Una constatazione si impone, il loro numero è diminuito, perché sia da parte svizzera che italiana, sono state organizzate battute di caccia per i danni che gli stessi fanno e anche per non lasciar dilagare la peste suina.