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L'OSPITE

Votazione cantonale del prossimo 15 maggio: meglio fare il “gioco del contrario”

Un contributo dell'avvocato Pierluigi Pasi, comitato “Sì al Decreto risanamento dei conti entro il 2025”
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Votazione cantonale del prossimo 15 maggio: meglio fare il “gioco del contrario”
Un contributo dell'avvocato Pierluigi Pasi, comitato “Sì al Decreto risanamento dei conti entro il 2025”
La mia impressione è: più se ne parla, meno ce ne si capisce. E mi pare che il testo dell'opuscolo “informativo”, ormai recapitato a tutti con le schede di voto, non aiuti molto a chiarirlo. Qui non voglio credere che sia a ...

La mia impressione è: più se ne parla, meno ce ne si capisce. E mi pare che il testo dell'opuscolo “informativo”, ormai recapitato a tutti con le schede di voto, non aiuti molto a chiarirlo. Qui non voglio credere che sia a causa di furberia, ma piuttosto per zelo nel volere esporre il senso dell'oggetto in votazione, oggettivamente non di immediata comprensione, con imparzialità e piglio tecnico. Fatto sta però che, come al contrario si ha l’impressione leggendo quell’opuscolo, non è proprio vero che il Sì porterà automaticamente a una riduzione della spesa; anche se, dopo una pandemia e una guerra, un impatto di un asteroide con la Terra potrebbe comportare – questo è vero, dico ovviamente con ironia – certamente ulteriori difficoltà nel raggiungimento dell’equilibrio finanziario e dunque portare, per il rallentamento economico e quindi la conseguente riduzione nelle entrate fiscali, davvero e inesorabilmente qualche taglio… Ma abbiamo davvero capito cosa si andrà a votare, quale sia la reale posta in gioco il prossimo fine settimana? Al Caffè, di mattina, con gli ultimi irriducibili della carta stampata leggendo qua e là sui quotidiani interviste e “opinioni” ho discusso e ridiscusso; alla fine, per schiarirci abbiamo fatto ricorso a un gioco: al “gioco del contrario”. In sostanza, questa la domanda: cosa non – non! – voteremo il 15 maggio con il Sì? Questa la risposta: non decideremo né di tagliare automaticamente la spesa pubblica, insomma di tagliare le uscite, né tout court di ridurre la spesa pubblica; insomma, non – non! – voteremo di spendere, in futuro e senz'altro, meno di quanto si spenda oggi. Il 15 maggio prossimo, esprimendo un Sì, chiederemo piuttosto alla politica e dunque in fondo allo Stato solo di moderarne l'aumento. C'è una bella differenza fra ridurre le uscite e contenerne l'aumento. Tutti noi, chi in famiglia e chi no, confrontati a fine mese con i conti sappiamo cosa significa fare quadrare i conti in casa: potere, per principio, spendere non più di quanto si guadagna, trovare un equilibrio fra le entrate e le uscite. Tagliare la spesa significa rinunciare alle ferie, disdettare un abbonamento a un giornale oppure rinunciare al corso estivo per un figlio (anche se in passato ha dato prova di averne bisogno). Contenere e controllare l’aumento delle uscite significa solo spendere, per le ferie, più o meno quanto si è speso l'anno scorso, vuole dire tenere per il momento solo gli abbonamenti che già si hanno e, se fosse il caso, rinunciare a una spesa poco utile per continuare a mandare il figlio al corso estivo. Per fare quadrare in futuro i conti pubblici, i contribuenti ticinesi hanno un’alternativa all’aumento delle tasse, pressoché scontato nei prossimi tre anni: votare Sì e convinti il prossimo 15 maggio, con grande senso di responsabilità verso le generazioni future. Alternative concrete proprio non se ne vedono – e neppure, fortunatamente, asteroidi in rotta di collisione –.

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