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Anche nell'era del politicamente corretto “Ranma ½” resta un classico

L'amatissima opera di Rumiko Takahashi ritorna su Netflix in chiave rivista (e aggiornata). Ecco come ci è sembrata.
Anche nell'era del politicamente corretto “Ranma ½” resta un classico
Netflix/Mappa
Anche nell'era del politicamente corretto “Ranma ½” resta un classico
L'amatissima opera di Rumiko Takahashi ritorna su Netflix in chiave rivista (e aggiornata). Ecco come ci è sembrata.
TOKYO - Un ragazzo e una ragazza cresciuti a pane e arti marziali, una promessa di matrimonio e una maledizione. Sembrano gli ingredienti base di un poema epico orientale (e per certi versi così è) ma sono anche i medesimi di uno dei manga più fam...

TOKYO - Un ragazzo e una ragazza cresciuti a pane e arti marziali, una promessa di matrimonio e una maledizione.

Sembrano gli ingredienti base di un poema epico orientale (e per certi versi così è) ma sono anche i medesimi di uno dei manga più famosi in assoluto: “Ranma ½” di Rumiko Takahashi dal quale è poi stato tratto un cartone animato che ha spopolato anche alle nostre latitudini.

Protagonisti di una storia d'amore che s'ha da fare – ma che incontrerà tutti gli ostacoli possibili e i(nin)maginabili – sono l'omonimo Ranma, che cambia sesso a dipendenza della temperatura dell'acqua con cui si bagna, e la mascolina Akane.

Nata negli anni '80 lontano anni luce da qualsiasi eco di discorso gender, l'opera di Takahashi è una riflessione fresca, ingenua (e a tratti pure un po' ormonata) sull'adolescenza e – perché no – sulla scoperta della sessualità.

A 35 anni dalla messa in onda dell'originale (sì, davvero) ritorna su Netflix in una versione riveduta e aggiornata dal punto di vista estetico che, per certi versi, si rifà più alla pagina cartacea (e non è un male) non solo per i tratti, ma anche per il ripescaggio di tutta una serie di greche decorative che chi ha amato il fumetto, riconoscerà all'istante.

Dal punto di vista della resa visiva, curata dallo studio Mappa (già al lavoro su serie di grido come “L'attacco dei giganti”, “Chainsaw Man” e “Jujutsu Kaisen“) assolutamente niente da eccepire.

Tradotto al passo con i tempi, deciderete voi se è un bene o un male, anche tutto il discorso legato alla fisicità della sfera sessuale: natiche e capezzoli scompaiono e anche le situazioni che - con il senno di oggi - potrebbero portare a una lettura imbarazzante o “sbagliata” (per quanto lo spirito ammiccante dell'originale è più naif e goliardico che altro).

Detto questo, il risultato resta in ogni caso è più che buono: “Ranma ½”, in definitiva, resta un classico che può tranquillamente vivere del suo alone quasi mitologico.

Ah, sarà da guardare un episodio a settimana.

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