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Un evento unico e irripetibile per tenere a battesimo "Swiss Secrets"

CANTONEUn evento unico e irripetibile per tenere a battesimo "Swiss Secrets"

04.10.22 - 06:30
Una giornata speciale per vedere tutta la serie tv: è quella del 9 ottobre al PalaCinema di Locarno
SWISS SECRETS / AMOS SUSSIGAN
La grafica della locandina di "Swiss Secrets".
La grafica della locandina di "Swiss Secrets".
Un evento unico e irripetibile per tenere a battesimo "Swiss Secrets"
Una giornata speciale per vedere tutta la serie tv: è quella del 9 ottobre al PalaCinema di Locarno

LOCARNO - Un evento speciale per un progetto speciale, che ha raccolto le più svariate professionalità nel mondo cinematografico ticinese e le ha coinvolte in qualcosa che potrebbe davvero spiccare il volo. Domenica 9 ottobre è il giorno dell'anteprima assoluta di "Swiss Secrets", la serie indipendente ideata e realizzata dai due giovani attori ticinesi Davide Romeo e Simone Ganser. Quello che era nato come un esperimento da lockdown, "Airbnb Secrets", si è sviluppato ed è diventato un prodotto ambizioso e spettacolare.

Per partecipare all'evento al PalaCinema di Locarno basta andare sul sito ufficiale della Quarantine Production. A raccontarci qualcosa di più è Simone Ganser.

Come sono i riscontri?
«Ottimi, siamo già piuttosto vicini al sold out e speriamo di raggiungerlo!».

Come si articolerà la giornata?
«Si comincia alle 10 con un drink, un caffè o un cappuccino di benvenuto. Dalle 10.30 alle 13 faremo vedere i primi cinque episodi. Dalle 13 alle 14 pausa pranzo, sempre inclusa nel biglietto. Offriremo qualche antipasto, un risotto al Merlot, un bicchiere di vino. Poi, dalle 14 alle 15.45, la proiezione dei quattro episodi rimanenti».

Si tratta di qualcosa di più che passare una giornata al cinema, giusto?
«Esatto. Da parte nostra c'è la volontà di mostrare i risultati del lavoro degli ultimi due anni, ma anche quella di presentare un progetto locale e di chiacchierare e discutere di quello che si è visto sullo schermo. Sarà un evento a tutto tondo, ricco di momenti conviviali».

Verrà replicato?
«Direi proprio di no (ride, ndr). È stato difficile organizzare come e quando, ma alla fine abbiamo scelto una domenica, nella parte centrale della giornata, così se uno vuole ha ancora la serata libera. Sarà un evento unico, come unico è il fatto che due persone allestiscano una serie tv. Quindi ci siamo detti: "Se deve essere una cosa folle, facciamola fino in fondo"».

Questa, mi spiegavi, va considerata come la prima stagione del progetto. E "Airbnb Secrets"?
«È diventato il primo episodio dei nove di "Swiss Secrets": abbiamo preso il materiale che durava un'ora e l'abbiamo tagliato fino a raggiungere 30 minuti».

Liberi dai limiti fisici imposti dal lockdown, avete allargato i vostri orizzonti.
«Abbiamo coinvolto l'intero Ticino dopo che il progetto si è ingrandito così tanto. Siamo anche usciti dai confini cantonali: abbiamo cercato di rappresentare quella che è la Svizzera in un'ottica di fiction, anche con l'uso delle lingue nazionali (e un po' d'inglese)».

Come spiegheresti "Swiss Secrets" a chi ne sente parlare oggi per la prima volta?
«Un thriller ambientato in Ticino, cosa già di per sé inusuale. Abbiamo trasformato il paesino di turistico di Brissago in un luogo dove arrivano elicotteri e spuntano fucili».

Sembrerebbe essere il prodotto cinematografico ambientato in Ticino più "movimentato" dai tempi di James Bond sulla diga della Verzasca...
«(Ride, ndr) Non lo so, abbiamo qualche scena decisamente all'insegna dell'azione ma non avevamo i mezzi per girare l'intera serie in questo modo. Sicuramente è un thriller, come dicevo, molto ricco di suspense e una situazione ambigua e misteriosa, con tutti i segreti che danno origine al titolo».

Avete coinvolto una buona metà degli attori e dei professionisti del cinema ticinesi...
«Esattamente, ci sono amici e colleghi che si sono messi a disposizione, compreso qualche nome di spessore. Amos Sussigan ha disegnato i due poster ufficiali e credo che sia stato un miracolo che un professionista di quel livello abbia accettato di prendere parte al progetto. Poi ci sono Daniele Marcheggiani, Miriam Dossena, Marco Capodieci, Michele Rezzonico, c'è l'influencer ticinese Alessandro Crivelli, Fabrizio Casati, Alessandro Veletta e così via... Le musiche sono di Lorenzo Soldini, giovane compositore di Lugano che ha studiato a Londra e si è occupato di quasi quattro ore di serie, è stato un lavoro immane. Michele Blum ha supervisionato la sceneggiatura».

Avete creato una vetrina per i professionisti del cinema attivi sulla scena ticinese?
«Abbiamo voluto creare un team locale di valore. Questa è stata la nostra forza: senza l'aiuto di tutti loro non avremmo potuto creare ciò che è stato creato».

È stata un'operazione anche in prospettiva futura?
«Certo, vuole essere la dimostrazione che, volendo, in Ticino ci sono le persone per realizzare qualcosa di più grosso, di respiro internazionale».

Già adesso, però, c'è un pizzico d'internazionalità...
«Nina Burri lo è sicuramente. Ci sono anche degli "special guest", attori molti molto conosciuti nella Svizzera tedesca che hanno portato la loro qualità, anche se in ruoli secondari. Anche Jean-Martin Roy, ex direttore del Teatro Dimitri, ha interpretato un ruolo. Tutti questi nomi già affermati sono importanti per dimostrare che non si tratta di un progetto fatto solo da esordienti».

Tu e Davide siete contenti del risultato?
«Per i mezzi a disposizione e per come abbiamo lavorato, sì, siamo soddisfatti del materiale».

Cosa succederà, poi, dopo l'anteprima?
«C'è una proposta da parte della Rsi, che prima o poi accetteremo. Al momento l'obiettivo è d'inviare la serie ad alcuni festival specializzati in serie tv. La distribuzione non è ancora sicura, quindi sarebbe l'occasione per avere un po' di visibilità e capire se qualcuno è interessato».

Ci sarà una seconda stagione?
«Ci sono già delle idee che potrebbero confluire in essa. La si farà oppure no? Dipenderà molto da come andrà la distribuzione e le vendite della prima. Ci siamo messi una condizione: migliorare lo standard produttivo, tecnico ed economico. Non avrebbe senso rimanere allo stesso livello di oggi. Da parte nostra abbiamo registrato le lacune e in futuro cercheremo di migliorarci, imparando dai nostri errori».

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