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Alessandro Bergonzoni: «Io scampato a un attentato. E avevo il vizio della velocità»

L’attore e autore rischiò grosso facendo il volontario. L’amore per le corse la sua debolezza
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Alessandro Bergonzoni: «Io scampato a un attentato. E avevo il vizio della velocità»
L’attore e autore rischiò grosso facendo il volontario. L’amore per le corse la sua debolezza
ROMA - È molto raro che Alessandro Bergonzoni parli di sé, della sua vita privata. Ecco perché la lunga intervista concessa dal comico, scrittore e autore teatrale al Corriere della Sera rappresenta una piccola perla per i suoi f...

ROMA - È molto raro che Alessandro Bergonzoni parli di sé, della sua vita privata. Ecco perché la lunga intervista concessa dal comico, scrittore e autore teatrale al Corriere della Sera rappresenta una piccola perla per i suoi fan, spesso incuriositi da dove nasca la genialità dei suoi testi e delle sue trovate.

L’articolo non fa che confermare la figura fuori dagli schemi di Bergonzoni: “scampato” alla carriera di imprenditore - il padre voleva che gestisse la fabbrica di famiglia - e attore non inquadrabile nel mondo del teatro, Bergonzoni si manteneva da giovane con vari lavoretti.

«Per un po’ di anni ho lavorato anche nell’azienda di famiglia, ho fatto il magazziniere - racconta -. Mi interessava l’aspetto sociale della vita, più che quello estetico o politico. Non sapevo come conciliare il lavoro sulle parole e sull’attore con il lato umano. Così mi misi a lavorare con la Caritas e con la Croce Rossa. Ho trascorso mesi nei manicomi e nelle carceri, più che nelle sezioni di partito. Una volta sono scampato a un attentato».

Ovvero? «Lavoravo al fianco di un’associazione che aiutava gli ex carcerati a reinserirsi nella società - continua Bergonzoni -. Per esempio, li sistemavamo nelle case. Una volta andati nell’appartamento occupato da uno di questi. Mi chinai per attizzare il fuoco, quando lui mi assestò un colpo di mannaia nella parte posteriore della testa, per fortuna senza colpire il collo. Scappai via in un lago di sangue. Rividi quella persona molto tempo più tardi. Fu quasi uno shock. Anni dopo seppi che si era tolto la vita. Il mio insistere sulla pazzia, sulla morte e sull’accompagnamento alla morte nasce anche da una sensibilità maturata in quegli anni».

Bergonzoni afferma di non aver mai fatto uso di droghe o di alcol. «Ho avuto solo un grande vizio nella mia vita, che è durato per anni: la velocità», afferma. Organizzava e partecipava a corse di auto. «Ho corso nelle gare specializzate, avevo anche buoni sponsor. Ma nessuno dice che la velocità arriva a essere un vizio, come il gioco d’azzardo. Non ne puoi fare a meno. Ho smesso da un pezzo. Incidenti?  Un paio di costole rotte, una volta sono svenuto. Cose che succedono a quei livelli».

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