Cerca e trova immobili
STATI UNITI

Ashley Judd: «Ho abortito per non condividere mio figlio con il mio stupratore»

L'attrice ha rilasciato dichiarazioni molto forti al decimo "Women in the World Summit"
Keystone
Ashley Judd: «Ho abortito per non condividere mio figlio con il mio stupratore»
L'attrice ha rilasciato dichiarazioni molto forti al decimo "Women in the World Summit"
NEW YORK - Ospite al decimo "Women in the World Summit", l’attrice Ashley Judd, come sempre, non ha usato mezzi termini nel raccontare le tragiche esperienze che le hanno segnato la vita. «Sono stata violentata tre volte in passato, in se...

NEW YORK - Ospite al decimo "Women in the World Summit", l’attrice Ashley Judd, come sempre, non ha usato mezzi termini nel raccontare le tragiche esperienze che le hanno segnato la vita. «Sono stata violentata tre volte in passato, in seguito a una di queste violenze rimasi incinta. Sono grata di aver potuto decidere in maniera sicura e legale di abortire. Sono sopravvissuta».

La 50enne ha spiegato chiaramente le sue ragioni: «Non avrei mai potuto condividere il bambino con il mio stupratore, che poteva far valere i propri diritti di paternità. Lo stupratore, che è del Kentucky come me e risiede nel Tennessee, avrebbe avuto il diritto di paternità in quegli stati».

La sostenitrice del movimento #MeToo, che è stata una tra le prime accusatrici di Harvey Weinstein, ha tenuto a sottolineare quanto sia importante decidere del proprio destino: «La democrazia inizia sulla nostra pelle. Non dovrebbero esserci regole su ciò che si vuole fare con il proprio corpo».

🔐 Sblocca il nostro archivio esclusivo!
Sottoscrivi un abbonamento Archivio per leggere questo articolo, oppure scegli MyTioAbo per accedere all'archivio e navigare su sito e app senza pubblicità.
Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.

Sappiamo quanto sia importante condividere le vostre opinioni. Tuttavia, per questo articolo abbiamo scelto di mantenere chiusa la sezione commenti.

Su alcuni temi riceviamo purtroppo con frequenza messaggi contenenti insulti e incitamento all'odio e, nonostante i nostri sforzi, non riusciamo a garantire un dialogo costruttivo. Per le stesse ragioni, disattiviamo i commenti anche negli articoli dedicati a decessi, crimini, processi e incidenti.

Il confronto con i nostri lettori rimane per noi fondamentale: è una parte centrale della nostra piattaforma. Per questo ci impegniamo a mantenere aperta la discussione ogni volta che è possibile.

Dipende anche da voi: con interventi rispettosi, costruttivi e cortesi, potete contribuire a mantenere un dialogo aperto, civile e utile per tutti. Non vediamo l'ora di ritrovarvi nella prossima sezione commenti!
NOTIZIE PIÙ LETTE