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CREDIT SUISSECredit Suisse, azionisti disinformati prima del crollo?

14.05.23 - 21:00
Sotto la lente finiscono soprattutto le frasi pronunciate alla stampa dal CEO Ulrich Körner lo scorso marzo.
Reuters
Credit Suisse, azionisti disinformati prima del crollo?
Sotto la lente finiscono soprattutto le frasi pronunciate alla stampa dal CEO Ulrich Körner lo scorso marzo.

ZURIGO - Dopo l'annuncio dell'entrata nella direzione della nuova grande UBS, per il CEO di CS, Ulrich Körner, non sono tutte rose e fiori, anzi.

Come ricostruisce oggi SonntagsZeitung, è stato reso pubblico dal Tribunale amministrativo il testo dell'ordinanza con cui la Finma aveva dichiarato prive di valore le obbligazioni CS (le cosiddette AT1) per un valore di circa 16 miliardi di franchi. Ordinanza che è stata più volte impugnata e su cui c'è una battaglia legale in corso. 

Nella prima parte del testo, la Finma spiega cosa è successo nella settimana precedente la fusione. E - secondo il domenicale - vi si trovano sorprendenti contraddizioni rispetto alle comunicazioni rese. Tanto da sospettare che ci sia un vero e proprio caso di "disinformazione" a danno degli azionisti.  E uno dei punti interrogativi ruota attorno a Ulrich Körner: ci si domanda se abbia detto la verità in un'intervista a Bloomberg (14 marzo).

In quell'occasione - secondo il domenicale - il CEO aveva dichiarato che il Credit Suisse aveva registrato un afflusso di fondi dei clienti, definendolo «un buon afflusso» e affermando anche che la situazione della liquidità fosse di fatto migliorata dalla fine dell'anno. Dichiarazioni che hanno poi provocato un aumento del valore delle azioni. 

Ma al contrario, la Finma scriveva nella sua ordinanza che «dall'inizio di marzo 2023, in relazione alla crisi delle banche negli USA e alla relativa perdita di fiducia, CS ha nuovamente registrato un andamento negativo dei prelievi di depositi, accentuatosi a partire dal 13/14 marzo 2023». Ma a tal proposito ufficiosamente si "liquida" bonariamente il ruolo di Körner, affermando che sia stato male informato all'epoca dei fatti e che abbia solo ripetuto ciò che gli era stato detto.

E a tutto questo si aggiunge che, nel novembre dello scorso anno c'era già stata un'indagine della Finma su dichiarazioni, dello stesso tenore di quelle di Körner, rilasciate dal presidente di CS Axel Lehmann.

Ora, alla luce di quanto accaduto, il SonntagsZeitung afferma che CS e UBS non hanno voluto rispondere alla domanda circa la giustezza del nuovo ruolo di Körner nel comitato esecutivo di UBS. E alla domanda se ci sia un procedimento contro quest’ultimo, la Finma ha fatto sapere di «non commentare i dettagli delle nostre attività di vigilanza o eventuali indagini e procedimenti».

C'è poi un'altra contraddizione, che risale a Mercoledì 15 marzo, quando l'Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari e la Banca nazionale (BNS) annunciarono che CS era ben capitalizzata e disponeva di liquidità sufficiente. Al contrario però la decisione della Finma affermava poi che la banca «ha appena raggiunto il suo limite interno di liquidità presso la BNS a partire da metà marzo 2023, e scendere al di sotto di questo livello rivela il rischio che la banca non sia più in grado di eseguire correttamente le operazioni di pagamento». Rischio solvibilità dunque ma non di capitale. Ergo la sentenza della Finma non convince in pieno.

Spetta al Tribunale amministrativo di San Gallo decidere sulla validità dei passi intrapresi. Secondo gli approfondimenti della NZZ, allo stato non solo gli avvocati dei ricorrenti sono giunti alla conclusione che l'ordinanza non è valida ma dello stesso avviso sarebbe anche l'ufficio legale di CS.  E in effetti quest'ultimo, in una lettera al personale, affermava di essersi opposto alla decisione di default delle obbligazioni AT1. 

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COMMENTI
 

Lux Von Alchemy 11 mesi fa su tio
Più che un “caso di disinformazione” sarebbe corretto chiamarlo un caso di intenzionale raggiro, o meglio, truffa?
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