Atene ha annunciato l'imminente firma dell'intesa per l'Eastmed. L'opera, strategica per lo Stato ebraico, ha anche un'importante dimensione geopolitica
AATENE - Un gasdotto porterà presto gas naturale da Israele verso Cipro e la Grecia e, da lì, verso il resto dell’Europa. Il primo ministro ellenico, Kyriakos Mitsotakis, ha reso noto che l’intesa tra i tre Paesi del Mediterraneo orientale per la costruzione dell’Eastmed sarà firmata il 2 gennaio prossimo ad Atene.
La condotta sarà lunga 2’100 chilometri e raggiungerà la profondità di 3mila metri. Dovrebbe entrare in funzione a partire dal 2025 e potrebbe costare più di 6 miliardi di euro (circa 6,5 miliardi di franchi). Il gasdotto andrà da Israele a Cipro, all’isola greca di Creta, alla terraferma ellenica. Da lì, la distribuzione del metano dovrebbe proseguire poi verso la Puglia e il resto del continente attraverso il gasdotto Poseidon.
Oltre a quella economica ed energetica, il progetto - sostenuto dagli Stati Uniti - ha anche un’importante dimensione geopolitica. Come amano sottolineare i partecipanti, infatti, rappresenta un’alleanza fra i «tre Stati democratici del Mediterraneo orientale», evidenziando le differenze tra Israele e i suoi vicini mediorientali e tra Grecia e Cipro e la vicina Turchia.
Da Paese importatore di combustibili fossili, negli ultimi 15 anni Israele è diventato dapprima autosufficiente per quanto riguarda il gas naturale e, ora, produce molto più metano di quanto ne consumi. Questa evoluzione è stata possibile grazie alla scoperta di 10 giacimenti di diverse dimensioni, tra i quali spiccano i giganti offshore Leviathan e Tamar. Il Paese produce il 65% della corrente elettrica che consuma per mezzo di centrali a gas.