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STATI UNITIL'orco di Cleveland alla sbarra, ma non rischia la pena di morte

10.05.13 - 07:44
Ariel Castro, il 'mostro' di Cleveland, è comparso davanti alla Corte che gli ha letto i capi d'accusa
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L'orco di Cleveland alla sbarra, ma non rischia la pena di morte
Ariel Castro, il 'mostro' di Cleveland, è comparso davanti alla Corte che gli ha letto i capi d'accusa

WASHINGTON - Esperti hanno fatto sapere che non rischia la pena di morte. Tuttavia, la richiesta di 8 milioni di dollari per la cauzione, ha fatto capire che i giudici vorranno andare con la mano pesante su questo caso che ha sconvolto l'America.

Intanto sono emersi nuovi dettagli su una lettera scritta da Castro datata 2004 in cui annunciava di volerla fare finita. La polizia ieri ha ufficialmente solo confermato il ritrovamento dello scritto nella casa degli orrori, ammettendo che esprimeva una volontà suicida. Ma i dettagli circa il suo contenuto sono emersi da quanto pubblicato da Scott Taylor, un cronista locale di 19 Action News che sostiene di averne letta una copia.

Una nota che letta oggi sembra quasi una confessione, scritta in un barlume di lucidità. "Veramente non so spiegarmi - scrisse Castro - perché ho continuato a cercare un'altra ragazza, quando ne avevo già due in possesso: sono un predatore sessuale che ha bisogno di aiuto. Se le ragazze sono rinchiuse a casa mia contro la loro volontà è perché hanno compiuto l'errore di accettare di salire su un auto di uno sconosciuto". Quindi, tornando sul proposito di farla finita, scrive: "Intendo lasciare tutti i miei risparmi alle mie vittime".

Nel frattempo, dal racconto delle ragazze filtrano altri particolari allucinanti della loro prigionia durata 10 anni. Un cugino di Gina DeJesus, che ha raccolto ieri le confidenze della ragazza, ha rivelato al New York Times che Castro si era segnato le date di ciascun sequestro sul calendario. E ogni anno festeggiava queste ricorrenze con una torta, quasi a celebrare quelli che per lui erano i compleanni della nuova vita delle sue schiave, fatta di segregazione, stupri e violenze, sia fisiche che psichiche.

È emerso pure un video, girato da una telecamera posta sul cruscotto di una volante qualche anno fa, in cui si vede Castro redarguito da un agente perché senza casco, mentre fa benzina alla sua moto.

"Lo sa - dice l'agente nel video - che non può girare senza casco, e poi la sua targa è messa male, di lato. Invece deve essere visibile. Sa che potrei arrestarla per questo?". E lui, che si giustifica: "No, non voglio essere arrestato, ha ragione, mi scusi".

Mentre già stava abusando di tre ragazze a casa sua, disse di essere un ex autista di scuola bus, una brava persona insomma, supplicando l'agente di soprassedere. Il poliziotto si convinse della sua buona fede e lo lasciò andare via.

Un aneddoto banale che rischia però di esacerbare la polemica esplosa ieri circa eventuali negligenze da parte delle forze dell'ordine di Cleveland su questo caso.

Ma subito è arrivata la precisazione della polizia, a fronte di questo video: se Castro fosse stato arrestato quel giorno, ha spiegato un inquirente, avrebbe abbandonato al loro destino le sue prigioniere. Che quindi, legate, senza né acqua, né cibo, in assenza del loro carceriere sarebbero morte.

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