«Fermatemi, altrimenti ucciderò delle donne»

L'accoltellamento della donna a Milano: emergono nuovi dettagli sulla figura dell'aggressore. Quasi dieci anni fa - dopo avere preso a coltellate degli anziani - aveva confessato agli inquirenti la sua frustrazione.
MILANO - Nel 2016, arrestato per avere accoltellato due pensionati, l'aveva anche detto in faccia agli inquirenti: «Sono frustrato. Fermatemi, altrimenti ucciderò delle donne».
Chi parlava così era Vincenzo Lanni, il 59enne di Villa di Serio, nella Bergamasca, che ieri c'era quasi riuscito ad avverare la sua folle previsione. Il piano, per fortuna, è fallito e la donna - raggiunta da una coltellata sferrata da quest'uomo sofferente di "disturbo schizoide della personalità" e dichiarato "semi infermo di mente" - è oramai fuori pericolo.
Lui oggi, davanti al magistrato che lo interrogava e come recitando lo stesso copione di dieci anni fa, è andato ripetendo il solito ritornello di giustificazioni.
Il precipizio psicologico in cui si è trovato a rotolare da quando ha perso il posto di lavoro, sarebbe bastato a suo dire a legittimare l'atto di infilare una lama di 25 centimetri sulla schiena di una povera donna la cui imperdonabile colpa è stata quella di incarnare «il simbolo del potere economico». Potere economico da cui - stando alle deliranti dichiarazioni rese prima ai carabinieri e poi ai Pubblici ministeri - sarebbe stato estromesso dopo la perdita del posto di tecnico informatico.
Qualche giorno prima di mettere in atto la sua vendetta contro il mondo che gli aveva chiuso le porte in faccia e fare la sua comparsa su un fianco di un altro "simbolo del potere economico", l'edificio della banca Unicredit in piazza Gae Aulenti, aveva dato in escandescenza fra le mura di una comunità di Casale Litta (in provincia di Varese) e per questo allontanato.
Da lì aveva forse raggiunto in treno Milano, sistemandosi in uno di quegli alberghi a basso numero di stelle che si trovano intorno alla Stazione Centrale. A parte il giubbotto - ritrovato in un cestino nei pressi della fermata della metro di Famagosta - quando i carabinieri sono andati a scovarlo in una stanza di un hotel a 2 stelle in via Vitruvio dove si era nascosto, aveva indosso gli stessi indumenti immortalati (insieme al suo volto) dalle telecamere di sicurezza nel momento in cui colpiva alle spalle la 43enne, una funzionaria di una società della Regione Lombardia che si occupa di fondi alle imprese.
«Ce l'avevo con chi mi ha mandato via dalla comunità e con chi mi ha licenziato dieci anni fa» ha detto a chi gli metteva le manette. Parole, alcune di queste, già messe a verbale dopo l'accoltellamento dei due anziani nel 2016: per quel fatto era stato condannato a 8 anni di carcere. I 3 anni del percorso di recupero disposti dai giudici, inoltre, sarebbero dovuti servire a reinserirlo socialmente. Evidentemente, così non è stato. La sua storia (giudiziaria) si ripete, come l'identico reato che si aggiunge alla lista.



