Cerca e trova immobili
COREA DEL SUD

Chiesta la revoca della legge marziale, i militari sono entrati in Parlamento

Il voto dell'Assemblea nazionale renderebbe teoricamente nullo il provvedimento. L'esercito: «Lo faremo rispettare fino a nuovo ordine»
keystone-sda.ch (Cho Jung-woo)
Fonte Ats Ans
Chiesta la revoca della legge marziale, i militari sono entrati in Parlamento
Il voto dell'Assemblea nazionale renderebbe teoricamente nullo il provvedimento. L'esercito: «Lo faremo rispettare fino a nuovo ordine»
SEUL - Il parlamento sudcoreano ha approvato all'unanimità il rifiuto della legge marziale adottata dal presidente Yoon Suk Yeol. L'Assemblea nazionale, in sessione plenaria, ha approvato una risoluzione che ne richiede l'abolizione. Hanno votato a ...

SEUL - Il parlamento sudcoreano ha approvato all'unanimità il rifiuto della legge marziale adottata dal presidente Yoon Suk Yeol. L'Assemblea nazionale, in sessione plenaria, ha approvato una risoluzione che ne richiede l'abolizione. Hanno votato a favore tutti i 190 deputati presenti. Lo rende noto l'agenzia Yonhap.

I media locali riferiscono che militari delle Forze speciali hanno fatto irruzione nel palazzo del Parlamento attraverso le finestre. Le loro motivazioni non sono al momento note.

Teoricamente, con l'approvazione della richiesta la legge marziale diventa nulla. Il presidente dell'Assemblea nazionale ha chiesto ai militari di lasciare il palazzo. Per tutta risposta l'esercito ha dichiarato che «farà rispettare la legge marziale finché non verrà revocata dal presidente». Lo riferisce la tv locale.

🔐 Sblocca il nostro archivio esclusivo!
Sottoscrivi un abbonamento Archivio per leggere questo articolo, oppure scegli MyTioAbo per accedere all'archivio e navigare su sito e app senza pubblicità.
Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.

Sappiamo quanto sia importante condividere le vostre opinioni. Tuttavia, per questo articolo abbiamo scelto di mantenere chiusa la sezione commenti.

Su alcuni temi riceviamo purtroppo con frequenza messaggi contenenti insulti e incitamento all'odio e, nonostante i nostri sforzi, non riusciamo a garantire un dialogo costruttivo. Per le stesse ragioni, disattiviamo i commenti anche negli articoli dedicati a decessi, crimini, processi e incidenti.

Il confronto con i nostri lettori rimane per noi fondamentale: è una parte centrale della nostra piattaforma. Per questo ci impegniamo a mantenere aperta la discussione ogni volta che è possibile.

Dipende anche da voi: con interventi rispettosi, costruttivi e cortesi, potete contribuire a mantenere un dialogo aperto, civile e utile per tutti. Non vediamo l'ora di ritrovarvi nella prossima sezione commenti!
NOTIZIE PIÙ LETTE