La tregua nella Striscia di Gaza e la rappresaglia contro Israele per l'uccisione di Ismail Haniyeh
TEHERAN - L'Iran ha due priorità: raggiungere una tregua nella Striscia di Gaza e punire Israele per l'uccisione a Teheran del leader di Hamas, Ismail Haniyeh, «impedendo il ripetersi dell'aggressione terroristica del regime israeliano e facendo pentire i sionisti di aver intrapreso tale traiettoria». Lo riferisce Irna, citando un comunicato della missione permanente della Repubblica islamica presso le Nazioni Unite.
La nota è stata emessa per rispondere al quesito che chiedeva se Teheran rinuncerebbe all'annunciato piano di "vendetta" contro Israele per l'uccisione di Haniyeh qualora venisse trovato un accordo tra Hamas e lo Stato ebraico per arrivare a una tregua a Gaza.
Intanto il ministro degli esteri iraniano ad interim, Ali Bagheri, durante il vertice dell'Organizzazione della cooperazione islamica (OIC), tenutosi ieri a Gedda in Arabia Saudita, ha affermato che a causa della mancanza di iniziative da parte del Consiglio di Sicurezza dell'Onu, l'Iran ha il «diritto intrinseco» di difendersi da Israele «nel momento opportuno», per l'uccisione a Teheran del leader di Hamas.
«In questo momento, in assenza di qualsiasi azione appropriata da parte del Consiglio di sicurezza contro le aggressioni e le violazioni del regime israeliano, la Repubblica islamica dell'Iran non ha altra scelta che usare il suo diritto intrinseco alla legittima autodifesa contro le aggressioni del regime», ha affermato Bagheri, come riferisce Mehr, aggiungendo che l'autodifesa da parte di Teheran «è necessaria per impedire ulteriori ingerenze di questo regime sulla sovranità dei cittadini e del territorio della Repubblica islamica dell'Iran e sarà eseguita al momento opportuno e in modo proporzionato».
Durante il suo intervento, Bagheri ha affermato che «gli Stati Uniti non solo non hanno preso posizione nel condannare l'attacco, ma hanno invece impedito al Consiglio di sicurezza di adempiere al suo dovere intrinseco di mantenere la pace e la sicurezza internazionale e hanno impedito al Consiglio di emettere un comunicato stampa, che era stato proposto, per condannare l'azione barbara del regime israeliano, bloccando così i canali diplomatici».