Macchina dei soccorsi turca giudicata lenta e inadeguata? Il presidente non ci sta (e la polizia ferma utenti social per «post provocatori»)
GAZIANTEP - Mentre il bilancio dei morti del terremoto in Turchia e Siria ha superato quota 12mila, il presidente turco Erdogan si trova a far fronte alle prime polemiche sulla risposta governativa.
Da molte parti nel paese la macchina dei soccorsi è stata giudicata lenta e inadeguata. Le opposizioni attaccano, ma la risposta del leader è perentoria: «Questo è il momento dell'unità, della solidarietà. In un periodo come questo, non posso sopportare le persone che conducono campagne negative per interesse politico». Non si poteva prevedere una tragedia di tali dimensioni, ha aggiunto Erdogan.
Nelle scorse ore si segnalano anche 18 persone fermate per aver pubblicato «post provocatori» sul terremoto sui social media. Sarebbero poi state imposte delle limitazioni su Twitter, come già avvenuto durante altre emergenze nazionali.
Continua poi l'impegno svizzero: la Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC) è in procinto d'inviare una squadra di specialisti in Siria, nella regione duramente colpita dal sisma. Il team dovrebbe partire nel fine settimana. Lo scopo è di valutare come si può intervenire e quali aiuti concreti possono essere forniti.