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REGNO UNITOIl terzo uomo di Londra è un italo-marocchino

06.06.17 - 12:38
Classe 1995, si chiamava Youssef Zaghba. Era stato fermato nel 2016 a Bologna mentre tentava d'imbarcarsi per Istanbul
Il terzo uomo di Londra è un italo-marocchino
Classe 1995, si chiamava Youssef Zaghba. Era stato fermato nel 2016 a Bologna mentre tentava d'imbarcarsi per Istanbul

LONDRA - Youssef Zaghba, identificato come il terzo terrorista dell'attacco di Londra, fu fermato a marzo 2016 all'aeroporto di Bologna, città da cui stava per prendere un volo diretto a Istanbul. Lo riporta l'agenzia italiana Ansa.

La polizia britannica conferma la sua identità, specificando tuttavia che non era conosciuto dalla polizia e dall'intelligence.

Il 22enne (classe 1995) «aveva la nazionalità italiana ed era di origini marocchine», spiega Scotland Yard. Viveva nell'East London come gli altri due terroristi.

Nel 2016, quando stava tentando di partire per Istanbul, aveva con sé solo un piccolo zaino, il passaporto e un biglietto di sola andata: circostanze sospette, che insieme alla rotta aerea per la Turchia, ne fecero disporre il fermo per accertamenti.

Fu contattata la madre, che risiederebbe tutt'ora nella provincia del capoluogo emiliano. Il giovane, padre marocchino attualmente in patria e madre italiana, fu controllato agli imbarchi e non diede spiegazioni sulle ragioni del suo viaggio né sulla sua destinazione, anzi iniziò ad agitarsi.

Fu avvisato il procuratore aggiunto Valter Giovannini, all'epoca coordinatore del gruppo 'terrorismo' della Procura, che intervenne direttamente affinché il giovane non fosse fatto imbarcare, in attesa di approfondimenti.

Fu chiamata la madre e la donna riferì che il figlio le aveva detto di essere partito per Roma. Fu disposto dalla Procura il sequestro del passaporto, del cellulare e del pc a casa, dove fu fatta una perquisizione. Non emersero elementi particolari, se non qualche documento di carattere religioso, scaricato da siti fondamentalisti.

Il giovane, che perse il volo, fu poi rilasciato. Dopo l'episodio di Bologna Zaghba fu monitorato dall'intelligence e risulta non aver vissuto in Italia stabilmente, anzi la sua presenza fu limitata a brevi periodi per visite. Per il resto ci furono spostamenti tra il Marocco e l'Inghilterra. Dopo il fermo di Bologna dai servizi italiani fu mandato un appunto a quelli londinesi, riferisce l'Ansa.

L'Italia condivise il nome di Zagbha - Subito dopo il fermo all'aeroporto di Bologna e i successivi controlli, il nome di Youssef Zaghba è stato condiviso dalle autorità italiane nel circuito internazionale d'intelligence.

Le verifiche effettuate nel marzo del 2016 su Zaghba consentirono inoltre di accertare che all'epoca non vi erano nei suoi confronti elementi di pericolosità tali da richiederne l'arresto.

Ma il suo nome, come avviene per altre decine di persone, fu comunque segnalato nel circuito perché ritenuto soggetto a rischio radicalizzazione.

È stata la Metropolitan Police di Londra a comunicare al Dipartimento della Pubblica Sicurezza italiano il coinvolgimento di Zaghba negli attentati di sabato scorso e da quel momento c'è stato un continuo scambio di informazioni tra le autorità dei due Paesi, alle quali è stato assicurato il pieno sostegno di tutto l'apparato antiterrorismo.

Nato in Marocco, a Fez, nel gennaio del 1995, Youssef Zaghba è figlio di un marocchino naturalizzato italiano e di una donna italiana. Il giovane è cresciuto in Marocco dove è rimasto fino all'età di vent'anni.

La madre ha collaborato con le autorità italiane - La madre di Youssef Zaghba, il terzo terrorista di Londra, ha collaborato con le forze di polizia italiane dopo che il figlio fu fermato all'aeroporto di Bologna con un biglietto di sola andata per Istanbul, a marzo del 2016. Una verifica che non venne effettuata in seguito a segnalazioni particolari, ma che scattò sulla base dei servizi di controllo del territorio predisposti proprio per intercettare soggetti sospetti e persone pericolose.

Dopo aver trovato sul telefono di Zaghba documenti e foto riconducibili alla propaganda dell'estremismo islamico, la polizia perquisì anche l'abitazione della donna, senza trovare alcun elemento d'interesse investigativo. In quell'occasione però la donna si mostrò molto preoccupata per il comportamento del figlio e decise di collaborare con le forze di polizia.

Da quel momento, la Polizia di Prevenzione ha monitorato Zaghba ogni volta che si è recato in Italia: si tratta di alcuni passaggi dal marzo del 2016 e tutti per brevi periodi.

May: «Mi aspetto revisione operato polizia e 007» - Theresa May si aspetta una revisione dell'operato di polizia e servizi segreti dopo le polemiche sulle falle dell'anti-terrorismo nel controllare uno degli attentatori di Londra.

La premier britannica lo ha detto nel corso di un'intervista a Sky News affermando che auspica venga fatto come nel caso dell'attacco di Manchester, rispetto al quale l'MI5 ha avviato un'inchiesta interna per fare luce su possibili errori nella prevenzione della strage.
 
 

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