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KOSOVO

Vince il partito di Kurti, ma si rischia una nuova impasse

Non c'è una maggioranza sufficiente per governare
Afp (archivio)
Fonte ATS ANS
Vince il partito di Kurti, ma si rischia una nuova impasse
Non c'è una maggioranza sufficiente per governare

PRISTINA - Il Kosovo ha votato in nuove elezioni parlamentari anticipate, convocate nella speranza di superare lo stallo politico che ha paralizzato il Paese per dieci mesi, durante i quali non si è riusciti a formare un nuovo governo dopo il voto del 9 febbraio scorso. Ma come in febbraio, a vincere è stato nuovamente oggi il partito Vetevendosje (Autodeterminazione, Vv, di sinistra nazionalista) del premier uscente, Albin Kurti, che ancora una volta è senza una maggioranza sufficiente a governare da solo.

Le prime indicazioni degli exit poll diffusi oggi alla chiusura dei seggi non sembrano infatti molto confortanti ai fini di superare l'impasse e di formare una maggioranza di governo. Stando infatti a tre exit poll diffusi dalla tv Klan, a Vetevendosje è andato tra il 43% e il 45% dei voti, al Partito democratico del Kosovo (Pdk, di centrodestra) tra il 22% e il 23%, alla Lega democratica del Kosovo (Ldk, di centrodestra) tra il 15% e il 16%, all'Alleanza per il futuro del Kosovo tra il 5% e il 7%. L'affluenza, stando agli ultimi dati della commissione elettorale, si è attestata poco sopra il 44%. Nel precedente voto del 9 febbraio, a Vetevendosje era andato poco più del 42%, con una affluenza di circa il 41%.

Nel corso della campagna elettorale, Kurti - che oggi al seggio elettorale aveva invitato a recarsi in massa alle urne - si era detto fiducioso sulla possibilità del suo partito di conseguire un largo successo e di poter superare il 50% dei consensi, in modo da poter governare da solo. Si era detto anche fiducioso di ovviare alla contrapposizione degli altri principali partiti, tutti schierati contro la sua politica e quella di Vetevendosje, ritenuti responsabili di aver danneggiato la reputazione internazionale del Kosovo, di aver inasprite le storiche tensioni con la comunità serba locale, in particolare nel nord del Paese, e di aver fatto troppo poco per migliorare gli standard di vita dei cittadini.

Con la paralisi politica di questi mesi non è stato possibile approvare la nuova legge di bilancio per il 2026 e sono rimasti in sospeso importanti provvedimenti, in materia soprattutto di economia e di giustizia. A risultarne danneggiata è stata l'immagine internazionale del Kosovo, e gli Stati Uniti di conseguenza hanno deciso di sospendere il dialogo strategico con Pristina. L'Unione europea da parte sua ha deciso di sospendere fondi Ue per oltre 800 milioni di euro, che rimangono congelati.

Vittima della prolungata impasse politica e istituzionale è stato, al tempo stesso, il dialogo facilitato dall'Unione europea sulla normalizzazione dei rapporti con la Serbia: dal settembre del 2023 a Bruxelles non si è tenuto più alcun incontro ad alto livello tra il presidente serbo, Aleksandar Vucic, e il premier Kurti. E se la trattativa fra i capi negoziatori è proseguita, seppur tra forti difficoltà e polemiche, non ha sortito risultati di rilievo.

Kurti è criticato, oltre che da Belgrado, anche dai suoi tradizionali alleati, Usa e Ue, che l'accusano di perseguire una linea politica troppo intransigente e nazionalista, fortemente antiserba e poco incline al compromesso. La dirigenza di Belgrado lo accusa apertamente di puntare a una pulizia etnica ai danni della popolazione serba del Kosovo.

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