Reality, sempre più estremi e a volte mortali

Non solo "Dropped". Ecco gli altri reality risultati fatali per i loro concorrenti. E in Francia è polemica
Non solo "Dropped". Ecco gli altri reality risultati fatali per i loro concorrenti. E in Francia è polemica
PARIGI - Il drammatico incidente che ha portato alla morte dieci persone, tra cui tre ex campioni dello sport, durante il reality "Dropped" del canale francese Tf1, riporta d'attualità il tema degli incidenti (a volte anche mortali) nel corso di questi programmi "estremi". Il caso di "Dropped", infatti, è solo l'ultimo di una serie di simile funesti avvenimenti.
Concorrente morto durante "Koh Lanta" - Nel marzo del 2014, Gerald Babin, concorrente 25enne del reality "Koh-Lanta", sempre trasmesso dall’emittente francese Tf1, era deceduto in seguito a un attacco cardiaco in Cambogia durante la prova del naufragio.
Inutile il tentativo dei medici di rianimare il giovane che ebbe, infatti, un secondo e fatale arresto cardiaco sull’eliambulanza. Le riprese del reality furono interrotte, ma 10 giorni dopo il medico francese del programma, il 38enne Thierry Costa, si suicidò, forse per il rimorso di non essere riuscito a salvare il concorrente.
Polemica in Francia - Oggi, commentando le notizie provenienti dalla Rioja, l'avvocato della famiglia di Babin (il concorrente morto nel reality "Koh-Lanta") è tornato a denunciare le condizioni di alcuni reality estremi. "Le norme di sicurezza - ha avvertito in un'intervista al Figaro.fr - non vengono rispettate". Le condizioni sono "estremamente difficili, di una violenza inaudita, e possono spiegare il verificarsi di incidenti drammatici". "Queste condizioni sono state già denunciate, in Francia come in altri Paesi", ha continuato il legale, parlando di "oltre trecento condanne" contro le società di produzione. Assous ha puntato quindi il dito contro il vincolo principale di molti producer, "quello dei tempi, che tentano di ridurre al minimo intensificando le riprese: più fanno presto, più risparmiano soldi", ha osservato il legale, aggiungendo che "questo ha inevitabilmente un impatto sulla sicurezza".
Norme di sicurezza rispettate - Intervistato da RTL, il presentatore di Dropped, Louis Bodin, ha assicurato che "tutte le norme di sicurezza sono state rispettate". "Non sarei partito se non ci fossero state tutte le garanzie", ha insistito Bodin, distrutto dalla tragedia in cui hanno perso la vita otto francesi e i due piloti argentini. In un lungo articolo pubblicato oggi, LePoint.fr critica l'atteggiamento di alcune emittenti. "Di fronte agli incidenti, le reazioni della tv sono spesso le stesse: alla solidarietà iniziale, segue spesso il balletto degli avvocati per scaricarsi le responsabilità". Rare sono le trasmissioni a rimettersi completamente in discussione: "Si migliorano le procedure, si rafforzano le equipe mediche e si riparte alla corsa all'audience". Eppure, ricorda il settimanale, "quattro anni fa, in Germania, un celebre presentatore non ha più voluto continuare lo show. Dopo quattro anni a 'Wetten, dass... ?', una delle trasmissioni più popolari in Germania, Thomas Gottschalk ha deciso di gettare la spugna dopo che un candidato che saltò sopra un'auto in diretta è rimasto in sedia a rotelle".
Per il giornalista Marc Fourny, "molto spesso questi drammi rilanciano le polemiche, senza tuttavia rimettere in causa i reality show. È una questione di audience e di ricavi". "La tragedia in Argentina, la più grave della storia dei reality show - conclude - dovrebbe avere serie ripercussioni sui programmi del futuro".
Gli altri casi nella storia dei reality
"Clear sex reality show" morire annegati - Nel programma della tv thailandese del 2009, "Clear sex reality show", Saad Khan, un 32enne pachistano sposato e padre di quattro figli, morì annegato mentre stava attraversando, per superare una prova, un laghetto a nuoto con un peso di 7 chili sulle spalle.
"Gulder Ultimate search", il concorrente annega - È sempre un 25enne, Anthony Ogadje, la vittima di "Gulder Ultimate search", reality che prevedeva una serie di prove di resistenza. Nel 2007 in Nigeria il giovane muore annegando nelle acque del lago di Shere Hills.
"Il prezzo della verità", concorrente uccisa - Non sono solo prove estreme a provocare la morte dei concorrenti dei reality. In Perù, nel 2012, morì Ruth Thalia Sayas, la vincitrice del reality "Il prezzo della verità". La prova consisteva nel rivelare un segreto inconfessabile. La 19enne Sayas vinse, rivelando, davanti a quello che si credeva il suo fidanzato, di non fare la segretaria, ma la prostituta. Una confessione che le valse un premio di 5800 dollari. Poco tempo dopo Ruth scomparve, prima di essere ritrovata morta in un pozzo. Il suo finto fidanzato, Bryan Romero, confessò che l’aveva strangolata perché si era rifiutata di dargli la sua parte per essersi finto il suo fidanzato nel reality.
"Fear factor", dove vince la paura - Ci sono anche reality che non uccidono, ma potrebbero. Come quelli in sui si devono affrontare le paure più nascoste. Un esempio è "Fear factor", nel quale i concorrenti si muovono tra vasche piene di topi e scorpioni e letti in cui strisciano serpenti.
"Shattered", vietato dormire - Ancora più inquietante è "Shattered", in onda in Inghilterra nel 2004. Qui i concorrenti dovevano rimanere svegli per 6 giorni. Verso la fine, però, iniziarono ad avere delle allucinazioni e forti disturbi della personalità.
"The chamber", va in onda la tortura - Una vera e propria camera della tortura era in teatro di "The chamber" reality andato in onda negli Stati Uniti. Tra getti di acqua gelata, fiamme e scosse elettriche lo show fu presto cancellato.
"The chair", devi stare calmo - Nel reality "The Chair" il concorrente veniva fatto sedere e, con il cuore monitorato, doveva rispondere a delle domande senza far sobbalzare il battito nonostante stimoli improvvisi.









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