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La Cina risponde al G7, mentalità da Guerra Fredda

Secondo il portavoce del ministero degli Esteri i Sette dei Grandi non mostrano segni di apertura al dialogo.
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Fonte ATS
La Cina risponde al G7, mentalità da Guerra Fredda
Secondo il portavoce del ministero degli Esteri i Sette dei Grandi non mostrano segni di apertura al dialogo.
PECHINO - La Cina attacca il G7, accusandolo di aver usato il comunicato del vertice per promuovere la narrativa della «democrazia contro l'autoritarismo» e per interferire «gravemente nei suoi affari interni, diffamando la Cina e i...

PECHINO - La Cina attacca il G7, accusandolo di aver usato il comunicato del vertice per promuovere la narrativa della «democrazia contro l'autoritarismo» e per interferire «gravemente nei suoi affari interni, diffamando la Cina e incitando a sentimenti conflittuali».

Tutto questo, ha osservato il portavoce del ministero degli Esteri Zhao Lijian, «dimostra che il G7 non ha intenzione di condurre il dialogo e la cooperazione sulla base dell'uguaglianza e del rispetto, ma invece aderisce alla mentalità della Guerra Fredda, al pregiudizio ideologico e si impegna in politiche sugli interessi dei piccoli circoli».

I diritti umani - La dichiarazione finale dei leader del G7, il gruppo dei Sette dei Grandi (Usa, Giappone, Germania, Gran Bretagna, Francia, Italia e Canada) riunitosi nel weekend in Baviera, ha citato 14 volte la Cina, a fronte delle 4 del 2021, anche con un linguaggio più forte sui diritti umani («siamo seriamente preoccupati sulla situazione») e su questioni come Hong Kong, Xinjiang, mare Cinese orientale e meridionale, pace e stabilità nello Stretto di Taiwan.

«Gli affari di Hong Kong sono puramente interni: dal ritorno dei territori di 25 anni fa, i diritti democratici e le libertà di cui godono i residenti in conformità con la legge sono stati pienamente garantiti», ha aggiunto Zhao, osservando che Pechino governa la città «in conformità con la Costituzione della Repubblica popolare e la Legge fondamentale di Hong Kong».

I Paesi che criticano, invece, «hanno molti pessimi precedenti in materia di diritti umani, non hanno il diritto di agire come insegnanti e di usare i diritti umani come strumento politico per interferire negli affari interni di altri Paesi. Attaccano e diffamano la Cina esaltando le questioni sullo Xinjiang e il Tibet, che non faranno altro che far vedere al mondo la loro natura egemonica e ipocrita».

Questione Taiwan - Zhao ha inoltre affermato che esiste una sola Cina al mondo e «Taiwan è una parte inalienabile del territorio cinese». Le autorità dell'isola stanno promuovendo attività separatiste di 'indipendenza' e alcuni Paesi tra Usa e alleati stanno cercando di «usare Taiwan per controllare la Cina. Questa è la più grande minaccia alla pace e alla stabilità attraverso lo Stretto di Taiwan. La Cina ha il diritto di adottare tutte le misure necessarie per salvaguardare risolutamente la sovranità e la sicurezza nazionale».

Zhao, che ha accusato gli Usa di «lanciare guerre ovunque e d'imporre sanzioni unilaterali illegali», ha concluso parlando nel briefing quotidiano che il G7 ha «una popolazione che rappresenta solo un decimo di quella mondiale e non è qualificato per rappresentare il mondo, per non parlare di prendere i propri valori e standard come valori internazionali di riferimento».

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