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AstraZeneca, il successo del vaccino grazie a un fortunato errore

Il dosaggio più efficace testato dai ricercatori di Oxford non era programmato
keystone-sda.ch (John Cairns)
AstraZeneca, il successo del vaccino grazie a un fortunato errore
Il dosaggio più efficace testato dai ricercatori di Oxford non era programmato
L'efficacia del dosaggio ridotto - pari al 90% - porterà benefici anche alla rapidità di distribuzione del vaccino nel corso dei prossimi mesi.
LONDRA - C'è anche la fortuna dietro al successo della sperimentazione sul vaccino condotta da AstraZeneca e i ricercatori di Oxford, che ieri hanno annunciato i primi risultati sull'efficacia del proprio preparato contro il Sars-CoV-2. Tra i ...

LONDRA - C'è anche la fortuna dietro al successo della sperimentazione sul vaccino condotta da AstraZeneca e i ricercatori di Oxford, che ieri hanno annunciato i primi risultati sull'efficacia del proprio preparato contro il Sars-CoV-2.

Tra i due regimi di dosaggio testati, a dare i migliori risultati è stato quello di una mezza dose di vaccino, seguita da una dose piena a un mese di distanza. In questo gruppo l'efficacia del vaccino ha raggiunto il 90%, contro il 62% di quello a cui sono state destinate due dosi complete. Una doppia via dovuta a un (fortunato) errore.

A confermarlo è stato in prima persona il vicepresidente esecutivo responsabile di ricerca e sviluppo di AstraZeneca, Mene Pangalos, che ha parlato di un vero «colpo di fortuna» all'agenzia Reuters. L'errore "di sistema" risale alla prima fase dei test. Pangalos ha spiegato che i ricercatori erano piuttosto perplessi nel notare come i vari effetti collaterali tipici - stanchezza e mal di testa - erano più lievi del previsto. «Così siamo andati a ritroso, abbiamo controllato... e abbiamo scoperto che la dose somministrata era dimezzata» rispetto a quanto invece prevedevano i trial clinici.

L'errore ha interessato un gruppo più piccolo rispetto a quello che ha ricevuto il dosaggio "normale". I ricercatori però hanno preferito non ricominciare tutto da zero e hanno deciso di proseguire comunque i test, somministrando la seconda dose come da programma, con i risultati che oggi conosciamo. «Così siamo arrivati a mezza dose. Sì, è stato un errore», ha sottolineato Pangalos.

Il motivo di questa migliore risposta legata a un regime di dosaggio inferiore non è ancora chiaro e dovrà essere approfondito da ulteriori studi. E a beneficiare del fortunato errore sarà - data l'efficacia di sola mezza dose - anche la distribuzione del preparato nei mesi a venire.

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