Con base a Hong Kong si sta sviluppando un progetto concreto promosso da Marc Collins Chen. È arrivato l'appoggio dell'ONU
NEW YORK - Con l’inasprimento del riscaldamento globale e l’innalzamento dei livelli del mare, con la conseguente perdita di spazio, l'idea di città galleggianti sembra sempre meno una moda miliardaria. Un gruppo formato da costruttori, ingegneri e architetti ha presentato ad una tavola rotonda all'ONU un progetto di villaggi totalmente autonomi e resistente agli uragani.
L’impegno dell’Onu - Contrariamento allo scetticismo che in passato potevano suscitare progetti così futuristici, il direttore esecutivo del Programma delle Nazioni Unite per gli Insediamenti Umani (UN-Habitat), Maimunah Mohd Sharif, ha dichiarato che «l'ONU può sostenere questo progetto». Lo riporta Business Insider.
Si intravede uno sbocco concreto. «Tutti i membri del team vogliono davvero costruire questi edifici», ha dichiarato Marc Collins Chen, ex ministro del turismo della Polinesia Francese e CEO di Oceanix, un'azienda che costruisce strutture galleggianti. «Non si tratta di pura teoria. Le città galleggianti non sono più fantascienza. Oggi abbiamo i mezzi e le tecnologie adatte per costruire nel bel mezzo dell’oceano un ambiente abitabile per la specie umana».
Fino a 10.000 abitanti - Con le sue piattaforme esagonali autonome - i villaggi - che si relazionano fra loro come in un alveare, Oceanix City può ospitare fino a 10.000 abitanti. Questa cifra massima permette un’indipendenza per quanto riguarda energia, acqua fresca, riscaldamento e smaltimento rifiuti. In acqua saranno presenti coltivazioni e allevamenti marini.
Aboliti i grattacieli - Questa città sarà priva di auto, ma i veicoli autonomi, così come i droni, possono avere il diritto di muoversi liberamente. Il progetto elimina anche qualsiasi grattacielo, con l’obiettivo di mantenere un basso baricentro dell’intera struttura. I palazzi avranno al massimo sette piani. Tutti gli edifici saranno costruiti con materiali sostenibili come legno e bambù e facilmente modificabili per esigenze future.
Oceanix immagina i villaggi a circa 1,6 km dalle grandi città costiere. Le piattaforme possono anche essere rimorchiate in luoghi più sicuri in caso di calamità naturali. Il Biorock sosterrebbe le piattaforme.
«Si dormirà benissimo» - Bjarke Ingels, l'architetto responsabile di questo futuristico lavoro, è consapevole che non tutti sono pronti a vivere sull'acqua, ma pensa che queste isole potrebbero interessare le persone che già possono permettersi affitti alti e che vogliono vivere in un ambiente sano e meno vulnerabile ai disastri naturali. «La gente non dormirà mai meglio che su un'isola galleggiante», ha concluso.
Si cercano investitori coraggiosi. A quanto dichiarato sono moltissime le aziende e i Paesi in corsa per aggiudicarsi un ruolo nel progetto. Chen ha scelto Hong Kong come quartier generale.