Pakistan: governo chiede a Bhutto di rinviare rientro
La stessa Corte suprema deve deliberare dalla prossima settimana anche sulla legittimità dell'elezione di Pervez Musharraf alla presidenza. La "strana coppia" Musharraf-Bhutto, come la chiamano i commentatori pachistani, che per anni si è odiata e insultata, sotto le pressioni di Washington si trova ora impegnata in un patto di spartizione del potere. Ma la "transizione democratica" potrebbe incepparsi davanti alla legge, e i giochi sarebbero tutti da rifare. Il loro destino è nella mani dei giudici.
Ma l'ipotesi di una Corte suprema, per quanto ostile a Musharraf, che bocci il generale al potere da otto anni - la sua legittimità è contestata dall'opposizione e il risultato dell'elezione di sabato scorso lasciato in sospeso - non è credibile. Mentre gli stessi giudici potrebbero decidere di annullare un decreto, voluto da Musharraf, che cancella i reati contestati alla Bhutto e le apre la strada a un tranquillo rientro in patria, dopo otto anni di esilio, ed eventualmente a un ritorno alla guida del governo.
La Bhutto ha detto che non cambierà programmi e tornerà il 18 ottobre, come previsto, a Karachi. Il Pakistan schiererà 3.500 poliziotti per l'arrivo dell'ex premier, minacciata dagli estremisti islamici. Il grande porto nel Sud del Pakistan è stata teatro di diversi attentati, dopo che Musharraf, nel 2001, si è affiancato agli Stati Uniti nella lotta al terrorismo internazionale.
ATS




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