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Dal MondoUcraina: Yushenko spartirà potere con nemico Yanukovic

18.07.06 - 18:30
Ucraina: Yushenko spartirà potere con nemico Yanukovic

MOSCA - In Ucraina il presidente filo-occidentale Viktor Yushenko dovrà con ogni probabilità spartire il potere con il suo più implacabile avversario: l'ex-premier filo-russo Viktor Yanukovic è stato messo oggi a capo del prossimo governo da una maggioranza parlamentare anti-arancione.

Politicamente morto e sepolto dopo le tempestose elezioni presidenziali dell'autunno 2004, quando si era ritrovato alla gogna per massicci brogli elettorali e alla fine aveva dovuto cedere il passo al leader di una "rivoluzione arancione" combattuta in nome di più democrazia e più trasparenza, Yanukovic è ormai vicinissimo ad una clamorosa rivincita grazie all'emergenza di una "coalizione anti-crisi" formata dagli "azzurri" del suo Partito delle Regioni, dai socialisti e dai comunisti.

Se ritornerà sulla poltrona di premier già sua dal 2002 al 2004 l'uomo di Mosca e della vecchia guardia - in tutto e per tutto agli antipodi da uno Yushenko che vorrebbe invece portare a tappe forzate l'Ucraina nell'Unione europea e nella Nato - lo dovrà soprattutto al voltafaccia dei socialisti: sono loro che una decina di giorni fa hanno rotto in dirittura d'arrivo le trattative con i due battibeccanti partiti arancioni (uno capeggiato dal presidente, l'altro dall'indomita e popolarissima Iulia Timoshenko) e sono passati armi e bagagli al campo nemico ottenendo in cambio la poltrona di speaker del parlamento.

I numeri per tenere in piedi la "coalizione anti-crisi" e anti-arancione ci sono tutti: alla Rada (così si chiama il parlamento composto da 450 deputati) il Partito delle Regioni ha 186 seggi, i socialisti 33 e i comunisti 21. Il che fa una maggioranza di 240.

In linea con la sua fama di pasionaria, la populista e popolare Timoshenko - forte di 129 deputati - non cessa intanto di fare fuoco e fiamme: grida al "golpe politico", denuncia come "illeggittima" la coalizione filo-russa, dà del Giuda al leader socialista Aleksandr Moroz, chiede al presidente di scogliere la Rada e di indire nuove elezioni.

In tutta la lunga crisi Yushenko, che è uscito con le ossa rotte dalle elezioni legislative di marzo e in parlamento dispone di appena 81 deputati a lui fedeli, ha tenuto invece una linea molto più ambigua: ha resistito alla nomina della Timoshenko a premier (avendola cacciata da quella carica a settembre tra reciproche accuse di corruzione e incompetenza) e il suo partito - Nostra Ucraina - ha tentato fino a ieri di negoziare un'alleanza con Yanukovic insistendo per avere la guida del governo.

Soltanto oggi, quando in parlamento è stata confermata ufficialmente l'emergenza della "coalizione anti-crisi" mentre al centro di Kiev militanti arancioni e azzurri si azzuffavano, gli uomini di Yushenko hanno gettato la spugna e annunciato "il passaggio all'opposizione".

Sulla carta una coabitazione tra Yushenko e Yanukovic non promette nulla di entusiasmante: le loro piattaforme e strategie sono agli antipodi. I due Viktor sono però personaggi pragmatici e una loro convivenza nella gestione del potere potrebbe ridurre la spaccatura sempre più allarmante tra le due antitetiche Ucraine: l'occidentale, nazionalista, che guarda a Bruxelles e a Washington, e l'orientale, industrializzata, russofona, che ha invece in Mosca la sua stella polare.

Di sicuro non ha nuociuto più di tanto al Paese il fatto che sono ormai passati quasi quattro mesi dalle elezioni legislative del 26 marzo e non c'é governo: il vuoto di potere - provocato in buona parte da uno spregiudicato tira-e-molla sulla spartizione delle poltrone - non ha affatto frenato la ripresa crescita che è di nuovo robusta dopo la grossa stagnazione del 2005 quando a Kiev gli 'arancioni' avevano tutte le leve del comando.

ATS
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