Cina: muore Zhang, l'ideologo della banda dei quattro
PECHINO - Zhang Chunqiao, uno dei membri della 'banda dei quattro', l'organizzazione guidata dalla vedova di Mao Zedong ritenuta responsabile delle violenze che hanno sconvolto la Cina della Rivoluzione Culturale (1966-76), è morto di cancro ad 88 anni.
La notizia è stata diffusa oggi dall'agenzia ufficiale Nuova Cina, secondo la quale Zhang è morto il 21 aprile scorso. Nessuna spiegazione viene fornita del ritardo di tre settimane nel dare l'annuncio della scomparsa di uno dei componenti della 'cricca di Jiang Qing e di Lin Biao'.
La 'banda' venne arrestata nell'ottobre 1976, un mese dopo la morte di Mao. Con la loro incarcerazione si concluse la Rivoluzione culturale. I quattro, tutti membri dell'Ufficio politico del Comitato centrale del Partito comunista, e altri dirigenti loro alleati, vennero processati nel 1981: Jiang Qing e Zhang ebbero la pena di morte (poi commutata in ergastolo) mentre Yao fu condannato a vent'anni di carcere e Wang all'ergastolo.
Jiang Qing, che era la terza moglie di Mao, è morta suicida in prigione 14 anni fa. Il più giovane dei membri del gruppo, Wang Hongwen, un operaio per meriti rimasti misteriosi asceso ai massimi vertici del Partito, è morto di cancro nel 1992 in un ospedale di Pechino. Resta in vita solo Yao Wenyuan, 74 anni, rilasciato dopo aver scontato la pena.
Lin Biao, il generale che si era autonominato successore del fondatore della Repubblica Popolare e che ha ispirato la Rivoluzione Culturale, è morto in circostanze mai chiarite nel 1971, probabilmente dopo aver tentato un colpo di stato contro lo stesso Mao.
Dal 1998 Zhang Chunqiao, che non parlò mai per tutta la durata del processo, era in libertà vigilata per ragioni di salute e viveva a Shanghai.
Lin Biao e la "banda dei quattro" vennero alla ribalta tra il 1965 ed il 1966, quando Mao Zedong era impegnato in una lotta per la sopravvivenza politica con la fazione 'di destrà del Partito comunista, capeggiata dall'allora presidente Liu Shaoqi e da Deng Xiaoping. Zhang fu il principale promotore, nel 1967, della Comune di Shanghai, che diresse la Rivoluzione Culturale nella metropoli costiera, attaccando il quartier generale del Partito, cioè lanciando una spietata campagna di repressione contro tutti coloro che si opponevano al loro gruppo.
Mentre Jiang tesseva la sua tela cercando di influenzare il marito e Wang aveva il compito di suscitare gli entusiasmi delle masse, Zhang, ed in misura minore Yao, erano gli "ideologi" del gruppo. Fu Zhang ad elaborare alcuni dei testi "teorici" dell'ultrasinistra come il saggio intitolato 'Esercitare una dittatura totale sulla borghesià.
La Rivoluzione Culturale, nel corso della quale erano state gravemente danneggiate la struttura economica, la vita culturale ed il sistema scolastico del paese, cominciò a perdere slancio nel 1971, dopo la morte di Lin Biao. Le epurazioni condotte in tutta la Cina contro "gli elementi capitalisti" non erano arrivate a cambiare i rapporti di forza all' interno dell' Esercito di Liberazione Popolare, nel quale avevano mantenuto le loro posizioni alcuni alleati di Deng Xiaoping tra cui il generale Ye Jianying. Dopo la morte di Mao furono questi elementi, probabilmente con la regia di Deng, a prevalere nella lotta per il potere.
Hua Guofeng, il successore nominato da Mao, fu presto convinto a schierarsi con l' esercito. Il 6 ottobre del 1976 i "quattro" furono invitati da Hua ad una riunione a Zhongnanhai, il quartier generale dei leader comunisti a fianco della Città Proibita. Invece degli altri "compagni dirigenti" li aspettavano i soldati agli ordini di Ye.
Appena la notizia si sparse, migliaia di persone scesero per le strade di Pechino per festeggiare la fine di dieci anni di incubo: la strada era aperta per la salita al potere di Deng Xiaoping e per la modernizzazione della Cina.




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