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INTERVISTA

Valentino Alfano: dal Lido di Lugano al debutto musicale, passando per Mina

Per anni ha scritto per Mina. Ora ha deciso di cantare. Valentino Alfano debutta con "L'è vera, l'è vera" e racconta il suo incontro con la più grande cantante italiana
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Valentino Alfano: dal Lido di Lugano al debutto musicale, passando per Mina
Per anni ha scritto per Mina. Ora ha deciso di cantare. Valentino Alfano debutta con "L'è vera, l'è vera" e racconta il suo incontro con la più grande cantante italiana
LUGANO - Per anni ha scritto canzoni per diversi cantanti. Soprattutto per Mina alla quale ha regalato una decina di gioielli musicali. Molti luganesi lo conoscono perché lavora al Lido di Lugano. Ora Valentino Alfano ha deciso di fare il...

LUGANO - Per anni ha scritto canzoni per diversi cantanti. Soprattutto per Mina alla quale ha regalato una decina di gioielli musicali. Molti luganesi lo conoscono perché lavora al Lido di Lugano. Ora Valentino Alfano ha deciso di fare il grande passo e passare dall'altra parte della barricata: ha inciso il suo primo singolo. Si intitola "L'è vera, l'è vera", un brano dal sapore folk e pop, che si puo' scaricare in rete e che anticipa l'uscita di un album a cui  Valentino sta lavorando.
 
In questi giorni si trova in sala di incisione, e ammette che mettersi davanti al microfono e aprire bocca gli ha fatto sudare sette camicie. "Non avevo mai pensato di cantare, non mi sono mai considerato un vero e proprio cantante. Non credo nemmeno di avere una voce "educata" come i cantanti professionisti" ci racconta davanti a una tazza di caffè.

E allora come mai hai deciso di buttarti?
"Dopo tanti anni in cui ho scritto per gli altri mi sono detto perché non provare e fare qualcosa per me. All'inizio non ero molto convinto. Poi, incidendo il singolo molte persone mi hanno fatto i complimenti e mi hanno incoraggiato a continuare. Ad iniziare da Maxi-B che nel pezzo interviene con una parte rap. Vic Vergeat (chitarrista, cantautore e produttore discografico italiano, n.d.r) mi ha chiesto se volevamo lavorare insieme a un progetto. È finita che lui ora produce il mio album, cura l'intera linea artistica e suona pure. L'album si avvale anche dei contributi musicali di Lorenzo Vanini, un dentista noto in tutto il mondo".
 
Un debutto musicale che come genere assomiglia un po' a Davide Van De Sfroos
"Ho fatto ascoltare il brano a Davide, gli è piaciuto molto. In comune c'è sicuramente il dialetto, ma non quel legame con la terra che sta alla base del mondo musicale di De Sfroos. La mia non è una ballata. È una canzone autobiografica, parla di un disagio, della vita come va e come ti porta ad agire, anche se poi quello che ti fa fare non è sempre corrisponde a quello che vorresti fare. Il testo nasce in un periodo in cui ho avuto problemi di salute. Sono stato molto male per diverso tempo, e le sensazioni che ho vissuto in quel periodo le ho trasportate in musica. Il messaggio comunque è positivo perché è un invito alla speranza e ad avere la forza di uscire dai buchi neri".
 
Perché iniziare proprio con una canzone in dialetto?
"Non lo so. Me lo hanno chiesto in tanto, ma non so dare una risposta. La canzone è nata così e non l'ho voluta più cambiare. Mi sono fatto aiutare da un'esperta dialettologa che si chiama Giovanna Caravaggi. Ha ascoltato il brano è le è piaciuto tantissimo".
 
Dicono che i dischi non si vendono più, uscire adesso con un disco non ti spaventa?
"Sinceramente un po' sì, perché il disco è frutto di un mio investimento. Ma nella vita se non fai nulla non si ottiene nemmeno nulla".
 
Si guadagna bene facendo l'autore?
"No, se scrivi solo qualche canzone di tanto in tanto, al massimo ti paghi le vacanze. Se invece fai l'autore come Mogol, con un Battisti vicino, gli incassi sono sicuramente tanti. In Italia ormai la situazione è disastrosa. Il mercato sta cambiando, si sta passando dall'andare nel negozio per acquistare i dischi, al mercato virtuale dell'online fatto di chiavette e file. Quando ho iniziato ricordo che c'erano cantanti che vendevano 900.000 copie. Oggi quando si arriva a 50.000 copie si grida già al miracolo".
 
Come è nata la voglia di scrivere canzoni?
"In realtà non ho mai pensato di fare l'autore di canzoni. Non mi sono mai messo a tavolino a scrivere per un determinato cantante. Penso di non esserne nemmeno in grado. Scrivo semplicemente per me stesso, per una innata esigenza di raccontare quello che sento. Se poi una canzone piace a un cantante tanto che decide di inciderla, non posso che esserne felice".
 
L'album quando uscirà?
"Vedrà la luce in estate. Conterrà 12 tracce. Ci saranno alcuni pezzi miei che Mina aveva cantato in passato (Sensazioni, La Casa del nord, Oggi è nero), poi altre canzoni inedite scritte con Vic Vergeat. Nei prossimi giorni iniziero' ad incidere i brani. Credo di essere il primo cantante al mondo che sta imparando a cantare mentre sta incidendo. È una sofferenza stare in sala, sudo tutto il tempo" (ride).
 
Ma dopo aver visto per tanti anni Mina in sala di incisione, avrai pur imparato qualcosa
"Imparato no. Visto tanto. Ciò che mi colpiva di Mina era la sua estrema facilità a cantare. Per lei è qualcosa di immediato, di naturale, è come prendere un caffè".
 
Come è avvenuto il tuo incontro con Mina?
"Era il 1979. Avevo scritto due canzoni "Sensazioni" e "Il vento".  Un mio amico mi ha messo in contatto con Massimiliano Pani. Lui ha sentito le canzoni e mi ha portato da Mina. Se devo ricordare quel primo incontro userei la definizione di normalità. Avevo 18 anni, Mina era sì molto famosa, avevo visto alcuni suoi spezzoni in bianco e nero in tv, ma personalmente non avevo il mito di Mina. In quegli anni ascoltavo soprattutto i cantautori. Mi sono relazionato a lei come a una persona normale, e lei ha fatto altrettanto con me. Sì è comportata in modo semplice, è una persona alla mano, disponibile, simpatica, niente affatto diva. Ti mette a tuo agio come farebbe qualsiasi mamma di  un tuo amico".
 
Ma c'è stato un momento in cui ti sei sentito in soggezione?
"Sì, quando ho dovuto aprire bocca per cantare e farle sentire i miei pezzi. Lei era seduta sul divano e mi rendevo conto che stavo per cantare davanti alla più grande cantante italiana. È una donna rassicurante. Anche nel contatto con i  musicisti in sala di registrazione c'è un ambiente rilassato e disteso".
 
Quando hai ascoltato per la prima volte le tue canzoni cantate da Mina, eri soddisfatto del risultato?
"Certamente. Il risultato mi aveva letteralmente spiazzato. Lei era riuscita a cantare le mie sensazioni e questo per me era sufficiente per gioire".
 
Cosa ti aspetti da questo album?
"Non ho più vent'anni e non ho la pretesa di diventare ricco e famoso. Canto per divertirmi, perché mi va di cantare. Se poi ci sarà un riscontro positivo al disco tanto meglio".
 

 

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