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Le confessioni hot di Rocco Siffredi

Il pornodivo racconta i primi approcci con la sessualità e rivela dove ha ereditato la sua passione per l’hard
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Le confessioni hot di Rocco Siffredi
Il pornodivo racconta i primi approcci con la sessualità e rivela dove ha ereditato la sua passione per l’hard
MILANO - Rocco Siffredi ha concesso un’intervista molto intima su Repubblica, in cui racconta in che modo è approdato al porno e le sue prime esperienze con il sesso. «Ho scoperto la sessualità presto. A dieci anni gi&a...

MILANO - Rocco Siffredi ha concesso un’intervista molto intima su Repubblica, in cui racconta in che modo è approdato al porno e le sue prime esperienze con il sesso. «Ho scoperto la sessualità presto. A dieci anni già mi masturbavo – ha rivelato -. Purtroppo la finestra del bagno dava sul terrazzo dove mia madre stendeva i panni. Così un giorno apro gli occhi e vedo mamma che mi guarda. Sono rimasto chiuso in bagno per altre due ore, non avevo il coraggio di uscire. È stata lei a chiamarmi: “Hai finito? La pasta si fredda [...]».

L’attore hard più famoso d’Italia non ha mai rivelato che lavoro facesse alla sua famiglia: «Mai detto che mestiere facessi a casa mia, non si parlava di sesso. Ho capito che lo sapevano scoprendo nel comodino di mia madre una rivista dove c’ero io. Sono stato io a scoprire lei».

Passando agli aspetti più “pratici” del suo lavoro (leggi: dimensioni), l’intervistatrice ha proposto a Rocco un confronto con il mitico John Holmes. «Lui era uno yacht, io il suo tender – ha ammesso Siffredi -. Con Holmes ci siamo incontrati solo una volta, sul set di “Banana al cioccolato”. Lui non riusciva a stare con Cicciolina, non gli piaceva. C’erano due fluffers, ragazze che devono provocare l’erezione, solo per lui. In generale lui è stato sempre uno concentrato solo su se stesso. Non gli importava niente delle donne».

Il pornodivo ha poi confessato l’origine della sua dirompente sessualità: «Mio padre. Faceva il cantoniere, puliva strade. L’ispettore non lo trovava mai sul lavoro. Papà entrava nelle case quando i mariti erano a lavoro: “Scusi signora, ha un bicchiere d’acqua?” ».

«Dopo la morte di mia madre, mio padre poteva fare quel che voleva – ha concluso -. Ma tanto aveva desiderato rimanere solo, che non ha combinato niente (…) L’unica che gli ha detto sì, è morta dopo una settimana. Si erano conosciuti ai giardinetti. Lui mi diceva orgoglioso: “Rocco, faccio tutto quello che fai te nei film, preciso preciso”».\

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