È oggettivamente possibile rinunciare alle centrali atomiche?

Le energie alternative o rinnovabili o ecologiche, potrebbero sostituire l’energia atomica da fissione?
L’isteria collettiva provocata dalla straordinaria calamità che ha danneggiato alcuni reattori nucleari nel nord-est del Giappone, ha indubbiamente rinvigorito le prediche degli ecologisti.
Prediche che sono state accompagnate da tutta una serie di affermazioni (talune anche imbarazzanti) e una serie di proposte alternative miranti all’eliminazione delle centrali atomiche.
Per quanto riguarda le affermazioni imbarazzanti, una su tutte l’ho sentita l’altro giorno alla radio svizzera. La notizia riportava che, un giornalista romando, ha diminuito il suo consumo domestico di energia elettrica del 30%.
Per riuscirci, sembra che abbia eliminato il tumbler, la lavastoviglie, il condizionatore e altri piccoli elettrodomestici reputati inutili. Inoltre, ha usato solo lampadine a basso consumo.
Sempre il solerte ideologo ecologista, sembra che abbia anche dichiarato che se tutti facessero come lui, si potrebbero spegnere tutte le centrali nucleari.
Sarà vero?
E’ possibile che, diminuendo del 30% il consumo elettrico di tutte le economie domestiche, si potrebbe rinunciare alle centrali nucleari?
Proviamo a verificarlo.
Prendiamo come base di riferimento, i dati EUROSTAT che si riferiscono all’Unione Europea dei 27, per l’anno 2007 e cominciamo a dare qualche numero:
Consumo totale di energia elettrica: 2’843 TWh
- Totale del consumo per tipo di consumatori: Economie domestiche 801 TWh, Settore terziario 760 TWh, Industria 1150 TWh, Trasporti 72 TWh, Agricoltura 51 TWh, Altri 9 TWh.
- Totale della produzione ripartita per fonte: Fossile 1'655 TWh, Nucleare 788 TWh, Hydro 299 TWh, Eolico 94 TWh, Solare 3 TWh, Geotermico 6 TWh, Altri 3 TWh.
Ora, se tutte le famiglie europee seguissero l’esempio del giornalista ecologista e risparmiassero il 30% del loro consumo elettrico, il consumo di elettricità totale nell’Unione Europea, passerebbe dagli attuali 801 TWh ai futuri 561 TWh.
Questo già dimostra, di per sé, che il giornalista ecologista ha raccontato delle fesserie.
Inoltre, se guardiamo gli incrementi dei consumi elettrici delle economie domestiche che ci sono stati dal 1990 al 2007, essi corrispondono proprio ad un aumento del 30%, il che significa che l’ipotetico risparmio imposto da severe rinunce, corrisponderebbe solo all’incremento del fabbisogno di energia elettrica avuto negli ultimi 17 anni.
Pur ammettendo che tutte le famiglie europee rinunciassero al tumbler, alla lavastoviglie, al condizionatore e ad altri piccoli elettrodomestici, il consumo totale di energia elettrica diminuirebbe solo di un misero 8%.
Infine, si dovrebbe mettere a confronto, il peso rappresentato dalle rinunce che dovrebbero sopportare le famiglie, con quello dell’effettivo risparmio energetico totale, il che è decisamente sproporzionato e inattuabile.
Oltre a professare severi risparmi energetici che provocherebbero degli importanti cambiamenti nelle abitudini delle famiglie europee, gli ecologisti invocano e confidano nelle ormai famigerate fonti "alternative" o "rinnovabili".
Vediamo ora di fare qualche considerazione e qualche calcolo su queste famigerate fonti alternative.
Supponiamo di voler eliminare la produzione di energia elettrica ottenuta dalle centrali nucleari. Sempre basandoci sulle cifre EUROSTAT, significa che bisognerebbe recuperare 788 TWh di energia elettrica.
Siccome gli ideologi ecologisti sono contrari ai carburanti fossili a causa delle emissioni di CO2 e che per la geotermia non abbiamo ancora raggiunto un livello tecnologico adeguato per limitare i rischi di terremoto, non ci rimane che prendere in considerazione l’energia solare, quella eolica e quella ottenibile dal biogas.
Diamo qualche numero sull’energia solare.
Secondo l’EFDA (European Fusion Development Agreement), che è un organismo della Commissione Europea, per ottenere 1'000 MW di energia elettrica in un anno, sono necessari 23 kmq di pannelli solari fotovoltaici. Questo significa che, se dovessimo ottenere i 788 TWh di energia non più ottenibile con le centrali nucleari, bisognerebbe installare 2’600 kmq di pannelli solari fotovoltaici, pari alla superficie di tutto il Lussemburgo.
Per quel che concerne il costo che dovrebbero sostenere le famiglie, la cosa è alquanto sconcertante.
Sempre secondo l’EFDA, il costo di produzione dell’energia solare ammonta a 60 centesimi di € per kWh, contro i 5 centesimi di € di quello delle centrali nucleari.
Questo significa che la bolletta delle famiglie europee, a parità di consumo, lieviterebbe di ben 12 volte.
Oltre a questo, dobbiamo considerare l’investimento necessario alla costruzione e all’installazione di tutti questi pannelli.
Secondo l’EFDA, i costi d’investimento necessari per kW ottenuto tramite i pannelli solari, sono 4 volte superiori a quelli necessari per le centrali nucleari.
Inoltre, i dati citati si riferiscono alla capacità massima, se viene considerato il fattore di carico l’investimento aumenta di 10 volte.
Vediamo ora di dare i numeri sull’energia eolica.
Secondo l’EFDA, per ottenere 1'000 MW di energia elettrica in un anno, sono necessari 2'700 turbine eoliche da 1.5 MW, che occupano in media 490 kmq di superficie. Questo significa che, se dovessimo ottenere i 788 TWh di energia non più ottenibile con le centrali nucleari, bisognerebbe installare 304’000 turbine eoliche, sparse su un territorio di 55’000 kmq, pari alla superficie dell’intera Svizzera più buona parte della Lombardia, messe insieme.
Per quel che concerne il costo che dovrebbero sostenere le famiglie, la cosa è un po’ meno sconcertante rispetto al solare. Sempre secondo l’EFDA, il costo di produzione dell’energia solare ammonta a 7 centesimi di € per kWh, contro i 5 centesimi di € di quello delle centrali nucleari.
Questo significa che la bolletta delle famiglie europee, lieviterebbe "solo" del 40%.
Tuttavia, oltre a questo, dobbiamo considerare l’investimento necessario alla costruzione e all’installazione di tutte queste pale. Secondo l’EFDA, i costi d’investimento necessari per kW ottenuto, è leggermente inferiore a quello necessario per le centrali nucleari.
Tuttavia, i dati citati si riferiscono alla capacità massima, se viene considerato il fattore di carico l’investimento aumenta di 4 volte. Il che va ad aggiungersi alla bolletta delle famiglie.
Infine, sembrerà strano, ma anche l’energia eolica nasconde degli svantaggi.
Vediamone alcuni:
Hugh Sharman, Ingegnere civile e fondatore della Incoteco ApS, che è un’importante azienda danese di consulenza e finanziamento di progetti energetici alternativi, sostiene che, per motivi di sicurezza ed efficienza, i generatori eolici possono operare solo in particolari condizioni di vento. L’energia eolica viene infatti prodotta a intermittenza, perciò non è programmabile. Tale situazione fa sì che l’eolico non possa sostituire completamente fonti tradizionali, per le quali la potenza erogata è costante o direttamente controllabile in base alle esigenze. L'energia eolica trova quindi il suo ambito nell'integrazione alle reti esistenti.
- Sulla terraferma, i luoghi più ventosi e quindi più adatti alle installazioni eoliche sono generalmente le cime, i crinali di colline e montagne o le coste. Gli impianti moderni, sebbene siano anche esteticamente apprezzabili, per le loro grandi dimensioni risultano visibili da grandi distanze e possono causare un turbamento del paesaggio.
- Secondo l’Osservatorio sull’Impatto eolico in Italia, il rischio di mortalità da impatto per gli uccelli migratori è reale, in particolare per gli impianti più grandi.
- Il rumore di una turbina eolica, dovuto essenzialmente al vento incidente sulle pale, secondo alcuni studi favorirebbe, negli abitanti che risiedono nelle immediate vicinanze, la cosiddetta "sindrome da pala eolica", un insieme di disturbi a sfondo neurologico.
- Le autorità preposte al controllo del traffico aereo di alcuni paesi, sostengono che gli impianti possono interferire con l'attività dei radar, sia perché l'elevata RCS (Radar Cross Section) delle torri produrrebbe un'eco radar difficile da eliminare, sia perché le pale in continua rotazione potrebbero essere scambiate per velivoli in movimento. Costituiscono un pericolo anche per piloti che si affidano a sistemi di visione notturna (a infrarossi o a intensificatori di luce).
- L'estrema variabilità della risorsa vento, comporta la necessità di affiancare impianti tradizionali per soddisfare la necessità di potenza di picco.
Da ultimo, qualche curiosità sul biogas.
Secondo l’EFDA, per ottenere 1'000 MW di energia elettrica in un anno, sono necessari 60'000'000 di maiali. Questo significa che, se dovessimo ottenere i 788 TWh di energia non più ottenibile con le centrali nucleari, bisognerebbe impiegare 6‘750'000'000 di maiali, pari a ca. 13 maiali per ogni abitante dell’Unione Europea dei 27.
Conclusione
L’energia non è una materia che può essere trattata basandosi solo sulla filosofia. Essa ha delle implicazioni dirette sulla vita di ognuno di noi.
Se ne sono sentite di tutti i colori su come si deve affrontare il futuro energetico del pianeta.
Molti se la prendono con le società e le lobby del nucleare, che speculano e si arricchiscono alle spalle della popolazione. A questo proposito mi sorge una domanda: se dovessimo decidere di spegnere le centrali nucleari e passare su una o più energie alternative descritte nell’articolo, chi si arricchirebbe al posto delle lobby del nucleare? Forse le lobby ecologiste?
Comunque, in definitiva, per rispondere alla domanda contenuta nel titolo, la risposta è sì. Teoricamente sarebbe possibile rinunciare alle centrali atomiche, ma le conseguenze sarebbero devastanti, sia sotto un profilo sociale che economico, specialmente se messe a confronto con i rischi o i pericoli derivanti o paventati dall’uso delle centrali atomiche. Sotto un aspetto pratico, quindi, le fonti alternative non saranno mai in grado di sostituire le fonti tradizionali e l’energia del futuro, pulita e quasi inesauribile, è solo la fusione nucleare.
Quindi, ritengo molto più sensato incrementare gli investimenti nella ricerca per ottenere la fusione nucleare, piuttosto che perdersi dietro alla chimera delle energie alternative, spendendoci pure una montagna di denaro. O peggio, obbligare tutti a diventare degli Amish.
Note:
- Il campione d’indagine si riferisce ai 27 paesi dell’Unione Europea: Belgio, Francia, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Germania, Danimarca, Regno Unito, Irlanda, Grecia, Spagna, Portogallo, Austria, Finlandia, Svezia, Cipro, Repubblica Ceca, Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Slovacchia, Slovenia, Romania e Bulgaria.
- I dati usati per le analisi, si riferiscono solo alla produzione e al consumo di elettricità usata per uso domestico.
- TWh: 109 kilowattora. Il kilowattora è definito come l'energia fornita in un'ora dalla potenza di 1 kW.
- Per stabilire il combustibile necessario e la superficie media utilizzata, l’EFDA ha ipotizzato una centrale da 1'000 MW in funzione per un anno, che corrisponde a una produzione totale di ca. 7 miliardi di kWh.



