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È morto Giovanni Agnelli. Le reazioni di chi lo ha conosciuto bene

È morto Giovanni Agnelli. Le reazioni di chi lo ha conosciuto bene
Giorgio Bocca, giornalsita e scrittore: "Era una figura nuova di imprenditore in Italia, un imprenditore di stazza internazionale e di modi signorili, che in Italia con c'era". Bocca ha poi aggiunto che 'oltre ...

Giorgio Bocca, giornalsita e scrittore: "Era una figura nuova di imprenditore in Italia, un imprenditore di stazza internazionale e di modi signorili, che in Italia con c'era". Bocca ha poi aggiunto che 'oltre ad essere un imprenditore, era anche un politico e un giornalista"


Candido Cannavò, ex direttore della Gazzetta dello Sport: "E' stato per l'Italia una sorta di re, ha segnato i tempi del progresso del nostro Paese. Un uomo importante che, nonostante il ruolo che ricopriva, era molto vicino alla gente. Ci sono tutte le storie legate alla grande storia della Juventus. Anche le storie triste come quella dell'Heysel. Quando all'indomani della vittoria segnata da 39 morti, l'Avvocato disse che la coppa è l'ultima cosa che ci interessa. E quello fu un atto di grande dignità e di grande umanità".

Clemente Mastella, segretario dell'Udeur:  ''Con Giovanni Agnelli scompare non solo il simbolo indiscusso del capitalismo italiano degli ultimi decenni, ma anche uno dei maggiori protagonisti della politica estera del nostro paese. Il vuoto della sua perdita, temo, tornera' spesso a tormentarci nel futuro''. ''Il finanziere Agnelli e' stato sempre di casa nel tempio della finanza Usa, grazie ai suoi rapporti con David Rockfeller, il capostipite della potente dinastia americana. L'industriale Agnelli ha spinto la nostra industria fuori dai confini, alla ricerca di nuovi mercati, sia pure con alterne vicende, dall'Unione sovietica al Sud America. L'ambasciatore Agnelli ha curato l'immagine del Paese, con abilita', garbo e con la classe indiscussa che lo ha sempre contraddistinto''.


Mario Monti, commissario europeo alla concorrenza: "Una persona carismatica, potente ma al tempo stesso vicino al cuore della gente. Mi rattrista umanamente sul piano personale, ho sempre avuto un rapporto di amicizia, simpatia e cordialita' con l'avvocato". Spero che non sia la fine di un'epoca per l'industria automobilistica - ha affermato - lo sara' invece dal punto di vista dello stile e del costume".

Livia Turco, dei Ds :''Era una personalita' cosi' importante, particolare e complessa. Lo avevo conosciuto in occasione della mia candidatura alle elezioni regionali. Avemmo un colloquio molto cordiale e fu molto incuriosito delle mie considerazioni sui giovani e il linguaggio musicale. Era un uomo con una grande curiosita' e una grande personalita'''.

Luca Cordero di Montezemolo, presidente della Ferrari: "La scomparsa di Giovanni Agnelli lascia un vuoto incolmabile nella mia vita. Da oltre 35 anni la sua amicizia e il suo affetto sono stati per me un punto di riferimento insostituibile. Non dimenticando mai quanto mi sia stato vicino nei momenti piu' difficili, con grande riconoscenza dedico a lui i successi della Ferrari, ben conoscendo la parte fondamentale che ha avuto".


Francesco Cossiga, (nominò senatore a vita Giovanni Agnelli): "Con Giovanni Agnelli scompare un altro pezzo della storia civile del nostro Paese, di una storia fatta di vittorie e di sconfitte, di liberta' e di dittatura, di cadute e di rinascite".

Giovanni Berlinguer, "È stata una figura altamente rappresentativa del capitalismo familiare italiano che ha saputo a lungo guidare l'azienda con molta dignità, incrementi produttivi e lavorativi. Certamente l'ultima fase della gestione familiare della Fiat è opinabile, ma questo non cancella i suoi meriti e il grandissimo rispetto che abbiamo e tutti dobbiamo avere della sua figura".

Maurizio Gasparri, ministro delle comunicazioni: "Si è spento un grande italiano, il capo della più grande azienda del paese e un protagonista della vita delle istituzioni che partecipano al dolore per la sua scomparsa. Era un uomo capace di dialogare con il mondo in un Italia allora ancora un po' provinciale. Sono molto colpito dalla coincidenza di tempi, quasi il declino di una dinastia sia iniziato alcuni mesi fa con una serie di vicende tragiche all'interno della Famiglia".

Romano Prodi, presidente della Commissione europea : "Ho appreso la notizia con grande dolore. Agnelli non è stato solo il rappresentante più conosciuto dell' Italia industriale, ma ha accompagnato tutto il cambiamento del nostro Paese, con la sua presenza ma anche con le sue parole di stimolo, di etica. E sempre con l' idea di legare l' Italia alla parte più progredita del mondo, cioè all' Europa, agli Stati Uniti. Sempre attento a non lasciare l' Italia da sola. Esprimo una forte partecipazione al lutto della famiglia e che la Fiat, possa trovare un assetto, uno slancio e possa ricordare con questo la figura di chi l'ha retta e governata per tanto tempo".


Sergio Chiamparino, sindaco di Torino :  «Nel fatto che l'Avvocato scompaia proprio nella mattina in cui si riunirà l'accomandita Giovanni Agnelli per decidere un impegno diretto del dottor Umberto Agnelli alla presidenza del gruppo Fiat, vedo un segno del rapporto inestricabile tra l'uomo e l'azienda, tra l'uomo e la città. Con Agnelli, scompare una figura che ha avuto un valore simbolico forte per la nostra città, nel bene e nel male, negli alti e bassi della vita»

Massimo D'Alema, Presidente dei DS: «Lo ricordo come uno dei protagonisti dell’Italia repubblicana. Un grande uomo d’impresa che ha saputo interpretare con equilibrio e saggezza il suo ruolo, tanto sul piano professionale che su quello politico e civile. E’ stato per decenni un interlocutore prezioso anche per quelle forte del mondo del lavoro e del riformismo che pure hanno vissuto i passaggi più delicati della vicenda industriale della Fiat da una frontiera opposta, anche se mai nemica, alla proprietà. Di quell’azienda che intreccia, forse in modo inscindibile, il proprio destino dal suo nome e dalla sua storia personale».

Pierferdinando Casini, Presidente della Camera: « Sono affettuosamente vicino ai familiari, ai lavoratori della Fiat e alla città di Torino che da oggi si sentono certamente più soli. Agnelli è stato un uomo straordinario e la parabola della sua vita si intreccia con le pagine belle e anche con quelle tristi della storia d'Italia»

Cesare Romiti : «L'auto per lui era la vita. La Fiat senza auto per lui era una cosa impossibile anche da pensare. So del suo tormento in questi ultimi anni di crisi dell'azienda, e credo che abbia sofferto quello che non avrebbe dovuto soffrire. Mi auguro che coloro i quali oggi hanno la responsabilità di Fiat se ne ricordino sempre».

Amedeo di Savoia : ''Gianni Agnelli se ne è andato nel momento più difficile e più triste della Fiat. E me ne dispiace di cuore. La sua presenza anche se silenziosa continuava a farsi sentire, spero che adesso Umberto sappia far bene per risollevare le sorti dell'azienda. Abbiamo avuto sempre ottimi rapporti con la famiglia,  lui era un gran signore, molto simpatico, con una grande comunicativita' e un grandissimo senso dell'humor nonostante fosse piemontese. E' partito godendosi la vita. Poi al tempo di Valletta ha dimostrato di essere estremamente capace. Purtroppo la sua esistenza e' stata segnata dalla sfortuna.

Paolo Rossi, ex calciatore - «Una perdita incredibile per tutta l'Italia, per quello che ha rappresentato e quello che ha fatto. Era un grande appassionato, una persona intelligente, ironica, di personalitá e soprattutto di gran classe. Un personaggio storico, sicuramente. Gli piaceva parlare di calcio con noi, sentivi la sua passione quando ti chiedeva dei giocatori, delle partite. Ricordo quando perdemmo la Coppa dei Campioni in finale contro l'Amburgo. Il giorno dopo in pullman c'era grandissima tristezza in tutti noi, lui venne e ci disse solo poche parole: "Nella vita succede di perdere anche quando sei più forte, ma sono queste le occasioni per ripartire". Aveva questa sua pacatezza sempre, anche nei momenti difficili. Non ci ha mai fatto pesare una sconfitta».

Dino Zoff, ex portiere - «Si informava su tutto, sui portieri, sugli attaccanti. Ci chiedeva tutto, ma nonostante ciò era una presenza discreta. È stato un grande onore averlo conosciuto. Capitava che arrivasse in ritiro all'improvviso, ma nessuno era in soggezione, riusciva a mettere tutti nelle condizioni ideali, portando allegria, anche se poteva sembrara un po' distaccato».

Michael Schumacher : ''Sono molto dispiaciuto per la scomparsa dell'Avvocato Agnelli: ho sempre avuto un profondo rispetto per lui e per me incontrarlo e' stato sempre motivo di grande orgoglio. Ogni volta mi colpivano la competenza e la curiosita' che aveva per la Ferrari, per la Formula 1 e per il calcio e la sua sensibilita' per i problemi del mondo''.

Rosa Russo Jervolino, sindaco di Napoli: ''Gianni Agnelli e' stato un testimone straordinario del nostro secolo, con lui scompare un imprenditore di altissimo livello e un uomo di grande levatura intellettuale. Agnelli ha interpretato le aspettative migliori dell'economia italiana portandole alla ribalta internazionale -ha aggiunto il sindaco di Napoli- la sua morte, che avviene in un momento cosi' critico per l'industria alla quale ha dedicato la propria esistenza, lascia un vuoto profondo nel Paese e un grande senso di tristezza in tutti noi''. Il sindaco Jervolino ha infine inviato un pensiero ''commosso e partecipe'' a nome della citta' di Napoli, alla famiglia Agnelli ''gia' tanto provata dal dolore''.

Enzo Biagi: ''L'avvocato Gianni Agnelli e' stato uno dei pochi italiani da esportazione, uno con una reputazione mondiale. Faceva parte di quel ristretto gruppo di italiani da esportazione in cui io metto Federico Fellini ed Enzo Ferrari''. ''Parlava con i sovrani, con la gente che comanda nel mondo, con i protagonisti degli affari, della Borsa, della politica''.

Sergio Bille', presidente di Confcommercio : "La scomparsa di Gianni Agnelli rapprsenta per la societa' italiana un vuoto davvero incolmabile. Egli nella sua lunga e operosa attivita', ha saputo esprimere compiutamente, piu' di ogni altro, quelle che dovrebbero sempre essere le doti di un vero imprenditore senza frontiere: indubbie capacita' manageriali ma anche cultura di grande respiro, lungimiranza, attaccamento alle istituzioni e soprattutto profondo rispetto, anche nel rapporto con gli interlocutori di parte avversaria, di quei valori etici e morali che restano gli elementi fondanti di una societa' moderna che voglia crescere nella democrazia e che abbia sempre come presupposto il rispetto delle altrui opinioni''.

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