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LUGANO

«Non c'erano agenti in borghese alla festa»

Il Municipio risponde a un'interrogazione sul "caso" della Festa di Primavera dello scorso 10 maggio. La videosorveglianza? «Segnalata con cartelli alle entrate del Parco»
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«Non c'erano agenti in borghese alla festa»
Il Municipio risponde a un'interrogazione sul "caso" della Festa di Primavera dello scorso 10 maggio. La videosorveglianza? «Segnalata con cartelli alle entrate del Parco»

LUGANO - «Non corrisponde al vero». È netta la risposta del Municipio di Lugano in merito al presunto invio di agenti in borghese durante la Festa di primavera dello scorso 10 maggio, diventato oggetto di un'interpellanza (poi trasformata in interrogazione) firmata da Danilo Baratti (Verdi) e Nina Pusterla (La Sinistra).

Il caso, lo ricordiamo, era nato una decina di giorni dopo l'evento, andato in scena al Parco Tassino. In particolare, nell'atto sottoscritto dai due consiglieri comunali, si faceva riferimento ad agenti che «si sono recati alla festa per effettuare riprese video in loco, senza identificarsi né chiedere autorizzazioni a filmare». Riprese video «supplementari»; perché l'altra metà della problematica sollevata, tra le tante domande, riguardava infatti una «massiccia presenza di videocamere di sorveglianza» installate «su alberi e pali della luce nel parco».

La videosorveglianza? «Segnalata con cartelli alle entrate»
E a proposito di queste videocamere, «ci risulta che durante i sopralluoghi, avvenuti con gli organizzatori dell’evento e l’amministrazione cittadina pochi giorni prima dell’evento, non vi fossero videocamere installate e nemmeno se ne fosse accennato», avevano precisato Baratti e Pusterla a suo tempo, sollecitando l'esecutivo.

Quante erano, quindi, le videocamere? «Su tutta l’area sono stati utilizzati nel complesso cinque dispositivi di sorveglianza» come «ausilio e misura preventiva finalizzata a garantire la sicurezza e l’incolumità di tutti i partecipanti», conferma oggi il Municipio, sottolineando che la loro presenza era stata segnalata su cartelli «installati alle entrate del Parco, segnatamente in prossimità dei cancelli e in maniera visibile».

«L’introduzione della videosorveglianza non intende generare sfiducia», spiega il Municipio rispondendo a una delle domande poste dai due interroganti. Questa, confermano, viene infatti utilizzata anche in occasione di altri eventi pubblici, «a dipendenza della valutazione della situazione ai fini della sicurezza in generale». Baratti e Pusterla però sollevano anche una questione di privacy, in particolare riguardo al destino delle immagini raccolte e archiviate quel 10 maggio. E da Palazzo Civico tranquillizzano: «Le immagini raccolte dalle camere mobili sono di principio conservate per un massimo di dieci giorni, salvo situazioni particolari, con accesso limitato solo al personale autorizzato. Il trattamento dei dati avviene nel rispetto delle normative rilevanti in materia».

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