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Soglia di sbarramento, niente da fare

Il Parlamento ha respinto l'iniziativa presentata dal deputato Paolo Ortelli (PLR)
Ti-Press (archivio)
Soglia di sbarramento, niente da fare
Il Parlamento ha respinto l'iniziativa presentata dal deputato Paolo Ortelli (PLR)

BELLINZONA - Alla fine, dopo una lunga discussione, l’aula ha deciso di non introdurre la soglia di sbarramento per accedere al Gran Consiglio.

Sì al rapporto di minoranza - Niente da fare per l'iniziativa targata PLR in cui si chiedeva di fissare un quorum del 4% per l’elezione del Gran Consiglio. Respinto anche il controprogetto, partorito dalla maggioranza della commissione Costituzione e leggi e appoggiato da PLR, Lega e una parte dell’UDC. Approvato, invece, con 46 voti favorevoli (34 i contrari) il rapporto di minoranza contro la soglia firmato da PS, Centro e Verdi.

La soglia al 4% - Nel concreto, l’iniziativa, elaborata da Paolo Ortelli (PLR) e altri cofirmatari, si proponeva di fissare il quorum diretto del 4% per l’elezione del Gran Consiglio. «Appare chiaro a tutti - si legge - che l’attuale frammentazione politica che caratterizza il nostro parlamento cantonale, a fronte di una crescente complessità di trattazione delle tematiche di gestione e conduzione strategica del nostro cantone, stia dimostrando importanti limiti operativi». Secondo gli iniziativisti, «la frammentazione, se eccessiva, risulta essere potenzialmente disfunzionale».

No al quorum - Contro la soglia era il rapporto di minoranza, firmato da PS, Verdi e Centro (relatori Giulia Petralli, Verdi, e Gianluca Padlina, Centro). «Una simile modifica al sistema elettorale ticinese costituirebbe, allo stato attuale, un intervento sproporzionato e potenzialmente dannoso per il principio del pluralismo politico e per il buon funzionamento della democrazia rappresentativa».

La proposta: soglia di sbarramento al 3% - Il rapporto di maggioranza uscito dalla commissione (relatori Simona Genini, PLR, e Andrea Censi, Lega) proponeva un controprogetto in cui si abbassava il quorum al 3%. «L’introduzione di un quorum per l’elezione in Gran Consiglio mira a rafforzare il sistema politico, migliorando stabilità, efficienza e qualità del dibattito parlamentare. Un Parlamento meno frammentato non garantisce ma favorisce maggioranze più coese, riducendo il rischio di blocchi decisionali e migliorando la gestione dei lavori». Il consigliere di Stato Norman Gobbi ha sottolineato l'approccio prudente del Governo: «Ci rimettiamo al voto del Gran Consiglio».

PLR: «Un'occasione persa per riformare il Parlamento» - A stretto giro, sul tema è arrivato il comunicato stampa del PLR: «La richiesta era chiara: permettere alla popolazione ticinese di esprimersi sull’introduzione o meno di una soglia minima per accedere ai banchi del Gran Consiglio, con l’obiettivo di garantire un miglior funzionamento delle istituzioni democratiche e minor frammentazione. Il Parlamento, tuttavia, ha deciso di non sottoporre la questione al voto, negando così ai cittadini la possibilità di pronunciarsi su una riforma della democrazia cantonale attraverso l’introduzione di una regola già presente in altri Cantoni».

E ancora: «Come ogni modifica costituzionale, il giudizio della popolazione sarebbe stato la naturale conclusione dell’iter parlamentare della proposta – quel famoso “popolo sovrano” o “democrazia diretta” spesso citati da chi ha avversato la proposta. Il sistema proporzionale con una soglia d’accesso al Gran Consiglio è già da tempo una realtà in diversi Cantoni svizzeri, senza che nessuno gridi allo scandalo istituzionale o a chissà quale pericolo per la nostra democrazia. Ginevra, Vaud e Zurigo rappresentano esempi consolidati di Cantoni che hanno scelto di limitare l’accesso parlamentare attraverso soglie del 5-7%. Una scelta che si è dimostrata utile per garantire un funzionamento più efficace del Gran Consiglio con la formazione di maggioranze stabili. È importante ricordare anche che la proposta, dopo un lungo dibattito commissionale, era stata modificata rispetto all’iniziativa originale che proponeva una soglia al 4%, fissandola al 3% come compromesso tra le diverse
posizioni».

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