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CANTONELegittima difesa: «Ecco sei motivi per votare sì»

10.01.20 - 07:48
In caso di assoluzione per un reato commesso in stato di legittima difesa, lo Stato dovrebbe rimborsare all’imputato i costi della difesa. Il comitato promotore dell'iniziativa popolare argomenta
Ti Press
Legittima difesa: «Ecco sei motivi per votare sì»
In caso di assoluzione per un reato commesso in stato di legittima difesa, lo Stato dovrebbe rimborsare all’imputato i costi della difesa. Il comitato promotore dell'iniziativa popolare argomenta

LOSONE - Nei prossimi giorni i cittadini ticinesi riceveranno a casa il materiale di voto concernente l’iniziativa popolare intitolata “Le vittime di aggressioni non devono pagare i costi di una legittima difesa”, lanciata nel 2016 da un comitato composto da: Giorgio Ghiringhelli (primo firmatario), Iris Canonica, Marco Chiesa, Moreno Colombo, Aron D’Errico, Battista Ghiggia, Oviedo Marzorini, Mauro Minotti, Roberta Pantani, Edo Pellegrini, Lorenzo Quadri, Fabio Regazzi, Alberto Siccardi, Pietro Vanetti.

In sintesi l’iniziativa chiede che in caso di assoluzione per un reato commesso in stato di legittima difesa, lo Stato rimborsi integralmente all’imputato i costi del difensore di fiducia. Ecco qui di seguito le sei ragioni per cui, secondo i promotori, bisogna votare sì all'iniziativa:

1. Votare SI per una questione di buon senso
Il Cantone è responsabile della sicurezza sul territorio . Ma la polizia non può essere presente sempre e dappertutto. Per una questione di principio è dunque giusto che lo Stato si assuma almeno i costi dell’avvocato di fiducia di quelle persone che, costrette a difendere se stesse o terzi da un aggressore che viene poi ferito o ucciso, vengono assolte per legittima difesa. Del resto già oggi, in caso di assoluzione, lo Stato si assume tutti i costi dell’avvocato nominato d’ufficio. Per cui si tratta solo di estendere questa prestazione pure a chi preferisce (o in certi casi deve) farsi difendere da un avvocato di propria fiducia.

2. Potrebbe capitare a tutti di essere aggrediti
Nel 2018 in Ticino si sono registrati ben 964 furti nelle abitazioni e 33 rapine. Potrebbe capitare a tutti, un giorno, di dover difendere se stessi o i propri familiari da un’aggressione, perché i criminali non fanno distinzione fra giovani e anziani, fra donne e uomini, fra ricchi e poveri, fra socialisti, verdi, liberali, pipidini, leghisti o democentristi. Alcuni anni fa, durante una rapina, un commerciante di Brissago freddò uno dei due rapinatori. Egli venne inquisito e scagionato per legittima difesa, ma a suo carico rimase una fattura di ben 9'000 franchi per l’avvocato di fiducia. Oltre al danno anche le beffe !

3. Costi irrilevanti per lo Stato
È lo stesso Consiglio di Stato a confermare che l’iniziativa verrebbe applicata “in pochi casi”, visto che a suo dire la nuova legge “andrebbe a regolare una situazione che si presenta sempre più raramente”. L’aggravio finanziario per il Cantone sarebbe quindi irrilevante. Inoltre in caso di pretese manifestamente eccessive o abusive da parte dell’avvocato di fiducia l’autorità penale potrebbe ridurre l’indennizzo appellandosi all’”abuso di diritto” (art. 2 cpv 2 del Codice civile : “Il manifesto abuso del proprio diritto non è protetto dalla legge”) .

4. Disparità di trattamento ? NO!
C’è chi sostiene che l’iniziativa vada respinta perché a suo dire creerebbe delle disparità di trattamento privilegiando i reati commessi per legittima difesa rispetto ad altri tipi di reato. Non è possibile fare dei paragoni con altri tipi di reato, perché «l’imputato che agisce per legittima difesa è nel contempo anche vittima di un reato (o ha agito in difesa di un terzo, anch’egli vittima), per cui ben difficilmente il diverso trattamento verrebbe recepito dal Tribunale federale come insostenibile o arbitrario». E’ quanto aveva scritto l’allora consulente giuridico del Gran Consiglio, Tiziano Veronelli, nel suo parere a favore della ricevibilità dell’iniziativa.

5. L’iniziativa non incita alla violenza
E’ assolutamente falso , ed è anche offensivo verso i ticinesi , sostenere che questa iniziativa potrebbe indurre la gente a farsi giustizia da sè, facendo libero uso delle armi . Infatti essa non modifica in alcun modo il Codice penale e non prevede alcuna impunità per chi si difende con un uso sproporzionato della violenza. I ticinesi non sono dei “giustizieri” e sanno che se verranno condannati per eccesso di difesa dovranno pagarsi interamente l’avvocato di fiducia, come finora. Già adesso, in caso di assoluzione, lo Stato si assume integralmente i costi dell’avvocato d’ufficio, senza che ciò abbia indotto la gente a farsi giustizia da sè con un uso scriteriato delle armi o con altri mezzi di difesa.

6. Il testo di legge potrà essere completato
La legge proposta dall’iniziativa si limita a enunciare in un unico articolo il principio del rimborso integrale dei costi per i casi di legittima difesa, ma non definisce le procedure e le modalità per l’ottenimento del rimborso. C’è chi sostiene che a causa di questa “lacuna tecnica” essa debba essere respinta, ma in realtà si tratta di aspetti secondari facilmente risolvibili. In caso di approvazione del principio da parte del Popolo, infatti, la legge potrà essere completata in un secondo tempo dal Gran Consiglio, come aveva precisato il suo consulente giuridico. E proprio per questo motivo il Parlamento aveva dichiarato ricevibile l’iniziativa, senza un sol voto contrario.

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