Avvocati dall'Italia, "difficile valutare il fenomeno"

Intervista al presidente dell’Ordine degli avvocati Brenno Canevascini
BELLINZONA – Dal primo gennaio del 2013 entra in vigore la nuova legge sull’avvocatura. Ci siamo rivolti al Presidente dell’Ordine degli avvocati, l’avvocato Brenno Canevascini, che ci ha spiegato le novità di rilievo di questa nuova legge.
Presidente, come è accolta dall'Ordine questa nuova legge?
"E' un iter che abbiamo seguito da vicino e in prima persona. Non è nient'altro che l'adattamento a quelle che sono le nuove esigenze dell'avvocatura. Questa nuova legge è vista sicuramente positivamente”.
Si può parlare di liberalizzazione?
"No, non si può parlare di liberalizzazione. L'unica modifica presente è la fine dell'obbligo per l'avvocato iscritto nel registro degli avvocati di iscriversi all'Ordine. Per il resto l'ammissione all'avvocatura resta la stessa, così come l'apertura agli avvocati dell'Unione europea. La liberalizzazione, di fatto, è avvenuta con la legge federale sulla libera circolazione degli avvocati".
Da allora ad oggi cos'è cambiato?
“C'è stato sicuramente un certo afflusso di avvocati dall'estero. In Ticino, evidentemente, si assiste all'arrivo di avvocati provenienti dall'Italia, non sicuramente da altre nazioni. C’è un buon numero di avvocati italiani che si iscrivono da noi. Poi, quanto siano operativi sul territorio, è difficile da valutare”.
Non si percepisce molto questo nuovo fenomeno?
"No, non lo si percepisce ancora molto perché per un avvocato italiano venire qui a lavorare a livello di contenzioso non è facile: le procedure sono diverse rispetto a quelle italiane. L'impressione è che gli avvocati italiani arrivino in Svizzera più che altro per avere un punto di appoggio da sfruttare all’occasione”.
Da parte dei giovani c’è ancora l'interesse nei confronti di questa professione?
“Sì, l’interesse c’è. Lo si nota dal fatto che nelle università il numero di iscritti alla facoltà di diritto è consistente, ogni anno si presentano in Ticino all'esame di abilitazione all'avvocatura circa 50-55 candidati, ci sono circa 150 praticanti negli studi legali del Canton Ticino”.
Si può dire che saranno giovani che anche in futuro riusciranno a ritagliarsi un loro spazio in questa professione?
“Se riusciranno a crearselo sì. Non tutti quelli che hanno superato gli esami di abilitazione faranno l'avvocato inteso come libero esercizio. Alcuni andranno nell'amministrazione federale e cantonale, alcuni andranno in banca, altri nelle assicurazioni, nelle aziende, eccetera. Io dico sempre che se un giovane sa avere pazienza, sa lavorare con coscienza e con professionalità riuscirà sicuramente a trovare spazi in cui saprà ritagliarsi una sua nicchia”.
Poi ci sono quegli avvocati che ambiscono ad entrare in Magistratura...
“A livello di Ministero Pubblico sono piuttosto i giovani che ambiscono ad entrarvi. Questo perché sicuramente il Ministero Pubblico rappresenta un buon trampolino di lancio che dà la possibilità a un giovane di ottenere una funzione di prestigio e con una retribuzione di buon livello, che da giovane avvocato sicuramente nel libero esercizio non avrebbe. Lo stipendio attuale di procuratore pubblico è sicuramente superiore a quello che un giovane avvocato può guadagnare di suo o può percepire presso uno studio legale. E vedo anche tanti giovani interessati alla funzione di vice Cancelliere al Tribunale d'appello o a quella di collaboratore giurista nelle autorità giudiziarie”.
Per un giovane avvocato la possibilità di entrare in uno studio legale e guadagnare uno stipendio interessante c'è ancora?
“Sì, c'è ancora. Gli studi legali fanno una selezione legata ai campi d'interesse, alla conoscenza delle lingue, alla capacità di acquisizione della clientela... I criteri sono molti".
(p.d'a.)




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