Ticinese condannato a Malta, la polizia replica alle accuse

I legali del 59enne avevano parlato di "accuse infondate", ma le autorità assicurano «la legittimità e l'equità del processo»
LA VALLETTA - Non sembra essersi ancora conclusa la vicenda del 59enne ticinese, condannato per molestie sessuali a due anni di reclusione sospesi con la condizionale.
È la polizia dell'arcipelago, ora, a contestare alcune dichiarazioni degli avvocati dell'uomo, la cui identità non è stata rivelata in quanto "politicamente esposto". Anche se, lo si è appreso quasi subito, il suo impegno politico non è mai andato oltre a una candidatura per il Centro al Consiglio comunale di Ascona.
ll 59enne si è dichiarato colpevole delle accuse a lui mosse, ma i suoi legali hanno affermato che il loro cliente è stato vittima di un procedimento basato su accuse infondate e che le autorità avrebbero minacciato di trattenerlo in regime detentivo a tempo indeterminato, in attesa della conclusione delle indagini. L'ammissione di colpa sarebbe giunta solamente per poter lasciare Malta, dopo aver sofferto di gravi problemi cardiaci, e poter così ritornare in Svizzera.
Le forze dell'ordine maltesi hanno così replicato tramite le pagine del Times of Malta: «Tutte le azioni nel caso del cittadino svizzero sono state condotte nel pieno rispetto della legge maltese, garantendo i diritti dell'imputato, l'accesso all'assistenza legale e il giusto processo in ogni fase». La tesi degli avvocati è da respingere, «poiché le prove, gli accertamenti medici e i procedimenti giudiziari confermano la legittimità e l'equità del processo».




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