«Tireranno su nove palazzi: non li vogliamo»



I cittadini del quartiere di Carabbia sono sul piede di guerra e chiedono alla Città di Lugano di rivedere il progetto di HRS
I cittadini del quartiere di Carabbia sono sul piede di guerra e chiedono alla Città di Lugano di rivedere il progetto di HRS
LUGANO - «Guardi un po’ il contesto dove ci troviamo. Siamo praticamente al limite del bosco, ci sono piante, c’è verde. Al momento si respira una tranquillità enorme. Tutto questo è destinato a sparire. Ora la HRS ha intenzione di costruire ben nove palazzine di tre piani ciascuna, per un totale di 60 unità abitative, in cui vivranno circa 200 persone». È Michele Cotti, uno degli abitanti di via Torello a Carabbia, a raccontarci in prima persona ciò che verosimilmente tra qualche tempo sorgerà sul sedime di quella che un tempo era occupato da una fabbrica di protesi. Un progetto promosso dalla HRS, rinomata azienda di Frauenfeld, nota per la costruzione del Polo sportivo e degli eventi (PSE) a Cornaredo.

Cotti, insieme a una decina di abitanti, nella mattinata di giovedì si sono recati a Palazzo Civico per consegnare una petizione. Nel documento, firmato da 262 persone, si chiede alla Città di Lugano di rivedere il progetto per cui negli scorsi giorni HRS ha depositato la domanda di costruzione preliminare ordinaria. Affinché il Municipio dia il via libera, mancano ancora dei passaggi, a partire dallo studio e dall'approvazione del Piano di quartiere (PQ).

Che lì, in quella zona, prima o poi vi sarebbe stato costruito qualcosa tutti ne erano consapevoli. Tuttavia nessuno si sarebbe mai aspettato un progetto simile. «Al massimo delle villette mono o bifamiliari, come lo sono tutte le altre case che si affacciano sulla via. È un quartiere piccolo con strutture rispettose del territorio. In questo caso si assisterà invece a uno sfruttamento degli indici di costruzione. Oltretutto siamo allo sbaraglio, in Municipio nessuno si sta interessando della questione», lamenta.
C’è poi il problema della strada. Via Torello, che porta in località Tenèrla, dove è previsto il progetto edilizio, è infatti una strada a carreggiata singola, senza marciapiede, lunga circa 500 metri e senza possibilità di interscambio fra i veicoli. Gli abitanti del quartiere dicono che «stando ai responsabili di HRS compito della Città risolvere l’eventuale problema viario, non dell'impresa».
«La strada è stretta, con una portata massima di 5 tonnellate: come potrà sopportare tutto questo carico? - si chiede Mauro Piazza, abitante della via e membro della Commissione di quartiere - Si immagini quel che potrà accadere con i camion che dovranno trasportare 20 o 30 tonnellate di materiale verso il cantiere». La preoccupazione non finisce qui. «C’è poi la questione del terreno che è argilloso: nel corso degli anni ha creato a tutti gli abitanti dei grandi problemi in quanto cedevole. Per questo motivo, solo l’anno scorso, tre residenti della via hanno dovuto costruire dei muri di contenimento. Siamo di fronte a un problema anche di natura geologica. Non è da sottovalutare. La Città dovrà farsi carico della problematica e risolverla. Noi ce lo aspettiamo».

Piazza abita proprio di fronte a quello che un giorno potrebbe diventare l’ingresso dell’autosilo sotterraneo. «Se dovesse realizzarsi, immagino già mattino e sera un continuo via vai di auto con problemi di rumore, gas di scarico e ingorghi. Se così dovesse essere pagheremmo un prezzo davvero alto. Il problema tuttavia non è del singolo cittadino, ma è di tutti e gli abitanti del quartiere ne sono consapevoli. La conferma sono le 262 firme raccolte».
Per i confinanti, che hanno avuto modo di partecipare a una serata informativa lo scorso dicembre, «HRS si è imposta in modo molto prepotente». E il fatto che il progetto potrebbe richiamare il villaggio di Curio fa comunque storcere il naso. «Avrebbero potuto proporre un progetto adeguato con il contesto - aggiunge Giovanni Fratus -. Inizialmente era previsto che qui sarebbero state costruite una ventina di villette: ci sarebbe andato bene. Ma tirare su questi nove blocchi con 60 appartamenti, già solo a livello visivo sarebbe un pugno nell’occhio. Speriamo di riuscire a bloccarli».

L’operazione immobiliare, a ogni modo, rientra nelle norme del Piano regolatore di Carabbia, che dopo l'aggregazione ha innalzato gli indici di costruzione da R2 a R3 nel sedime in questione. «Tutto questo però non tiene conto di tutte le problematiche legate al quartiere» ribadisce Piazza. «È qualcosa di sproporzionato che creerà problemi di varia natura. Siamo un quartiere di 600 persone a cui verrebbero ad aggiungersene altre 200, stravolgendo inevitabilmente gli equilibri del quartiere».
I cittadini promettono battaglia. Sette confinanti, ci dicono, hanno già presentato opposizione ricorrendo per vie legali.