Torino, «Scene da film. Abbiamo pensato subito ad un attacco terroristico»

Due giovani ticinesi presenti in Piazza San Carlo raccontano i momenti di caos vissuti ieri sera
Due giovani ticinesi presenti in Piazza San Carlo raccontano i momenti di caos vissuti ieri sera
TORINO - Il bilancio è impressionante: 1’527 feriti. Chi ieri si è recato in Piazza San Carlo a Torino per assistere alla finale di Champions League non scorderà facilmente quei momenti di caos e paura, seguiti da un fuggi fuggi generale.
Tra i tifosi c’erano anche due ticinesi, Andrea e Nicolò, di 26 e 23 anni. «Siamo arrivati alle 15.00 in piazza, per prendere dei buoni posti. E in effetti eravamo piuttosto davanti al maxischermo» raccontano a tio e 20 minuti.
Ma quando la partita si trovava sul 3-1, è scoppiato il caos: «Abbiamo sentito prima delle urla, e dei rumori. Poi dalla nostra sinistra abbiamo visto arrivare un’ondata di gente, che ci ha travolto. È stato tremendo» racconta Andrea.
Gente a terra, alcune persone calpestate, transenne sfondate. «Non è stata un’unica ondata, ce ne sono state diverse. C’era chi gridava “State calmi”, ma era il caos più totale. Non sapevi cosa stava succedendo».
«Cercando di mettermi in salvo ho perso di vista il mio amico e sono inciampato, cadendo a terra» racconta ancora Andrea. «Ho quasi pensato che per me fosse finita. Vedevo la gente che camminava sopra altre persone». Poi, rialzatosi e ritrovato l’amico, i due si sono rifugiati dietro una colonna. In tutto il momento di panico è durato circa 5 minuti.
Ma una volta abbandonata la piazza attraverso una via secondaria, la paura non è svanita. «Anche nelle vie laterali si percepiva la tensione. Non sapevamo cosa era successo, avrebbero potuto esserci dei terroristi in giro».
«Ho pensato subito ad un camion» - Il primo pensiero è stato un atto terroristico. «Abbiamo pensato che stesse arrivando un camion, o a qualcuno che stava sparando. Insomma, ad un attacco terroristico» raccontano i due ragazzi.
Poche forze dell’ordine - «Durante il fuggi fuggi c’erano pochissimi poliziotti, e non c’è stato nessun annuncio. Hanno semplicemente tolto l’audio della partita. Non sapevamo cosa fare o dove andare, né tantomeno cosa stava succedendo» racconta ancora Andrea. Tardivo anche l’intervento delle ambulanze, secondo i due ragazzi.
In gabbia - «Ci siamo sentiti come in gabbia» proseguono. «Era pieno di barricate, dove hanno effettuato i controlli, e la gente non sapeva dove scappare».
«Sangue ovunque, sembrava un film» - Una delle cose che più ha scioccato i ragazzi è stato il sangue, sparso ovunque. «C’erano tante bottiglie a terra, e la gente, cercando di scappare, si tagliava» raccontano i due amici. «Noi fortunatamente non siamo rimasti feriti, ma avevamo i vestiti ricoperti di sangue, non nostro. Sembrava un film invece era la realtà».
E sono proprio le bottiglie di vetro ad aver fatto arrabbiare i due amici: «Era assurdo. Ai controlli all’entrata ti facevano lasciare fuori le bottiglie di vetro, mentre dentro le vendevano tranquillamente. La maggior parte delle ferite sono state provocate proprio dai vetri delle bottiglie rotte».
Tornati in piazza - Una volta allontanatisi dalla piazza, i due ragazzi si sono fermati anche ad aiutare chi aveva bisogno. E dopo circa un’ora dal fuggi fuggi, i due amici sono tornati sul luogo dell’incidente, per aiutare un’altra persona incontrata per strada. «Mi veniva quasi da piangere nel rivedere la piazza. L’atmosfera era surreale. E c’era sangue ovunque, come questa mattina quando abbiamo lasciato la città».
Punti di raccolta - Le forze dell’ordine, una volta tornata la calma, hanno organizzato dei punti di raccolta per scarpe, zaini e documenti. «Tanta gente nella folla ha perso tutto: amici, soldi, cellulare, e persino le scarpe».
Quel che è certo è che i due amici non scorderanno quei momenti. «Sicuramente ci penserò due volte prima di tornare in un grande evento come questo. E se tornerò, cercherò di mettermi un po’ in disparte» conclude Andrea.
Aggiornamento - Sono ancora una cinquantina, quattro dei quali in gravi condizioni, i pazienti ricoverati negli ospedali di Torino per le ferite riportate ieri sera nella calca di piazza San Carlo. Ma nelle prossime ore altre persone dovrebbero essere dimesse e il numero, quindi, è destinato a diminuire ancora. Lo si apprende da fonti sanitarie.
I più gravi sono Kelvin, il bambino di 7 anni di origini cinesi ricoverato in Rianimazione al Regina Margherita di Torino, e due donne di 26 e 64 anni intubate alle Molinette. Gravi anche le condizioni di una 38enne ricoverata al San Giovanni Bosco in prognosi riservata dopo essere andata in arresto cardiaco probabilmente per schiacciamento.
Al San Giovanni Bosco è ricoverato anche un 66enne con trauma toracico ed ematoma contusivo frontale.
Meno gravi, invece, tutti gli altri.









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