Lavora all’estero e percepisce soldi anche dal Ticino

Cercare lavoro in paesi europei e ricevere l'indennità di disoccupazione svizzera: casi sempre più rari rispetto al boom iniziale
BELLINZONA - “Di recente abbiamo avuto un cittadino italiano che dopo aver perso il lavoro in Ticino, per tre mesi ha cercato lavoro in Italia, percependo l’indennità di disoccupazione svizzera. Quindi, dopo aver trovato lavoro in Italia, poiché percepiva un salario minore rispetto al precedente, UNIA ha versato la differenza di salario. Lui ci ha dimostrato che ogni settimana rientrava in Ticino. Il richiedente doveva appunto dimostrare di avere un legame in Svizzera, per esempio un appartamento e presentare i biglietti del treno o le ricevute autostradali. Ma si tratta davvero di casi rarissimi”. A parlare è Roberto Ghisletta, responsabile regionale della Cassa Disoccupazione UNIA, in merito ai diritti per i disoccupati che vogliono trovare lavoro all’estero.
Cercare lavoro all’estero da disoccupati - Partiamo dall’inizio. Sergio Montorfani, capo della Sezione Lavoro del Cantone, spiega che per cercare lavoro all’estero dal Ticino non c’è nessun limite. Se invece si vuole andare e restare all’estero per cercare lavoro, esistono alcune regole precise. In base alle direttive dell’Unione Europea, nei Paesi convenzionati agli accordi bilaterali c’è la possibilità di esportare le prestazioni della disoccupazione fino a tre mesi. Una possibilità da richiedere agli Uffici di Collocamento. “Questo vuol dire che la persona – ci spiega Montorfani - può andare a cercare lavoro in un paese straniero per soli tre mesi, percependo l’indennità svizzera. Il diritto europeo prevede questa possibilità a condizione di una serie di atti burocratici da soddisfare, necessari a garantire il controllo, la comunicazione tra i vari Paesi e in accordo con le casse di disoccupazione. La Svizzera riconosce un massimo di tre mesi, mentre gli altri Paesi riconoscono fino a sei mesi. In Ticino, questa possibilità viene utilizzata spesso dai portoghesi”.
Per chi volesse recarsi invece nei Paesi extraeuropei, questa possibilità non c’è. In questo caso, l’unica possibilità è quella di assentarsi per un colloquio. “Capita per esempio con i calciatori, se devono fare un provino con una squadra extra UE”, spiega Montorfani.
Ridotto numero di casi - Chi invece resta tre mesi in un Pese europeo e non trova lavoro, se rientra entro i tre mesi continuerà a godere del diritto alla disoccupazione, altrimenti rischia di perderlo. Chi invece trova lavoro, dovrà solo comunicarlo. Tuttavia Montorfani precisa che si tratta di casi ridotti: “Stiamo parlando di alcune decine di casi all’anno. La procedura amministrativa è abbastanza pesante. Riuscire a farsi pagare all’estero non è sempre facile e bisogna riempire un sacco di formulari. In Svizzera i diritti sono ben garantiti, ma in alcuni Paesi non sanno neanche dell’esistenza di queste regole”.
Lavorare all’estero e percepire le indennità - C’è chi dopo aver trovato lavoro all’estero, in caso di un salario minore rispetto al quello che percepiva in Ticino, ha ottenuto la differenza, come abbiamo spiegato con la storia raccontata da Ghisletta, il quale aggiunge: “Normalmente chi trova un lavoro all’estero nel corso dei tre mesi chiude il rapporto con la cassa disoccupazione. Si chiude perché lo scopo è quello di restare all’estero. Per poter continuare a percepire una differenza di indennità, bisogna risiedere in Svizzera oppure essere considerato frontaliero, perché frontaliero, in base alla legislazione comunitaria, è colui che rientra almeno una volta a settimana al proprio domicilio”.
Ad usufruire di questo diritto possono essere cittadini con permesso B o C a condizione che siano di nazionalità UE. La differenza di salario viene percepita fino a quando si ha diritto alle indennità. “Però, ripeto – continua Ghisletta -sono dei casi davvero rari. Anche perché penso che sia più difficile trovare lavoro in Italia che in Svizzera, a meno che non ci siano tipologie di lavoro particolari. Anche i casi di esportazione della prestazione di disoccupazione non sono tanti. Le mete principali sono Portogallo, Italia, ma anche Inghilterra e Germania. Quando è entrata in vigore questa regolamentazione comunitaria c’è stato un boom, molte persone avevano provato a trasferirsi all’estero per cercare lavoro e intanto percepire l’indennità di disoccupazione. Boom non vuol dire migliaia di casi, ma diversi casi. Ultimamente invece i casi sono nettamente diminuiti”.



