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INTERVISTA

"Nessuna paura dell'anaconda, ma ho temuto gli squali"

Parla il fotografo Franco Banfi, che ha rischiato la vita fotografando un boa enorme e ci racconta di quella volta che si è trovato a tu per tu con uno squalo
Franco Banfi
"Nessuna paura dell'anaconda, ma ho temuto gli squali"
Parla il fotografo Franco Banfi, che ha rischiato la vita fotografando un boa enorme e ci racconta di quella volta che si è trovato a tu per tu con uno squalo
CADRO - Franco Banfi, come si è sentito quando si è trovato di fronte un anaconda gigantesca di 8 metri e 200 chili? "Il battito cardiaco è diventato più veloce. Non era proprio paura ciò che avvertiv...

CADRO - Franco Banfi, come si è sentito quando si è trovato di fronte un anaconda gigantesca di 8 metri e 200 chili?
"Il battito cardiaco è diventato più veloce. Non era proprio paura ciò che avvertivo, in fondo sapevo che l'animale non era velenoso"

Però l'animale poteva stritolarla
"È vero. Per fortuna le anaconde mangiano solo due o tre volte in un anno, e quando lo fanno riescono ad ingurgitare cibo di dimensioni enormi. È come per tutti gli altri animali: se non li disturbi, ti lasciano in pace"

Un suo collega, un fotografo slovacco, che si è trovato in una situazione simile, è stato meno attento di lei. Ha preso il serpente per la coda
"È stata un'azione irrazionale, e lo ha fatto per ben due volte. La seconda volta l'anaconda ha aperto la sua bocca gigantesca"

Perché non esiste nessuna foto di quel momento?
"Mi sono ritrovato improvvisamente davanti alla bocca spalancata dell'animale. Tutto si è svolto così velocemente, e la situazione mi ha colto impreparato. Certamente mi rode non aver avuto la macchina fotografica a portata di mano".

Sei soddisfatto delle foto spettacolari che sei riuscito a scattare a Mato Grossi, in Brasile?
"Ci sono sempre cose che avrei voluto fare meglio, ma tutto sommato posso considerarmi fortunato. Per un fotografo subacqueo, la visibilità è fondamentale, e questa era buona. E poi ci vuole anche molta fortuna a trovare gli animali".

Cosa ci sarebbe voluto per rendere la foto perfetta?
"Come fotografo spero sempre di riprendere animali in azione, ad esempio quando mangiano, o quando copulano. Un collega brasiliano è riuscito a immortale il momento in cui un anaconda femmina stava ingoiando un maschio. È ovvio che di fronte a uno spettacolo di questo genere si è di fronte alla foto della propria vita".

Di quale immagine è maggiormente orgoglioso?
"È una foto che risale a 15 anni fa. L'ho scattata in Messico. Raffigurava una manta che giocava proprio davanti alla mia macchina fotografica. Quella foto ha fatto il giro del mondo".

Lei è padre di due ragazzi. I suoi figli non temono per la sua vita?
"Ora sono cresciuti e hanno piena fiducia in me. D'altronde loro amano stare sott'acqua, e sanno quello che faccio e quello che non faccio”.

Quindi tutto sommato si può dire che nella sua carriera non c'è mai stato un attimo di pericolo?
"Una volta nel Mar Rosso mi sono trovato vicino al pericolo. Volevamo fotografare gli squali, e li abbiamo attirati con del cibo. All'improvviso uno si è fiondato su di me. Probabilmente ha pensato che volessi togliergli il cibo. Sono stati attimi angoscianti".

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