La febbre dei self service aperti 24 ore su 24: «Ma bisogna fidarsi»

È un sistema che prende sempre più piede tra gli agricoltori ticinesi. Perché? Il nostro video dietro le quinte del fenomeno.
È un sistema che prende sempre più piede tra gli agricoltori ticinesi. Perché? Il nostro video dietro le quinte del fenomeno.
SANT'ANTONINO - Solo sul Piano di Magadino ce ne sono a decine e di vari tipi. Sono i piccoli self service degli agricoltori che puntano sul 24 ore su 24 per la vendita diretta di alcuni loro prodotti. «Un buon modo per contenere i costi – sostiene Sem Genini, segretario dell'Unione contadini ticinesi –. Non c'è personale da pagare e il distributore è accessibile sempre. Il sistema sta prendendo piede già da qualche anno».
Una versione avveniristica – All'Orticola Bassi di Sant'Antonino, che già ha un distributore a Giubiasco, si assiste all'evoluzione di questo concetto. Silvia Bassi, co titolare, spiega: «Avevamo un negozietto in cui era presente una persona fisicamente. Ma gli orari erano troppo rigidi. Adesso abbiamo pensato di automatizzare tutto. Il cliente viene qui, prende quello che vuole, e paga attraverso i mezzi tecnologici più avanzati».
Serve tanta fiducia – Ma non c'è la paura che qualcuno si intaschi della merce? «Certo che c'è – ammette Bassi –. Abbiamo la videosorveglianza comunque. Si va molto sulla fiducia. Questo sistema può funzionare solo se si mira a una società onesta».
«Non c'è concorrenza con la grande distribuzione» – Genini aggiunge una riflessione importante: «La crescita di questi negozietti non è assolutamente da vedere come una concorrenza con la grande distribuzione. Soprattutto perché spesso si tratta di piccole quantità di alimenti di stagione e quindi non reperibili tutto l'anno. Quantità che nelle grandi catene non verrebbero nemmeno prese in considerazione. Allo stesso tempo invece il contadino ha la possibilità di arrotondare un po' le sue entrate».
Un moderno ritorno al passato – Silvia Bassi mostra l'assortimento del suo self service. E specifica: «La cosa carina è che con questo sistema il consumatore valorizza la seconda scelta degli ortaggi e dei frutti. Quella cioè che non va nei supermercati. Inoltre c'è il piacere di acquistare qualcosa che è stato appena raccolto, magari il giorno prima. È una sorta di ritorno al passato, ma facilitato dalla digitalizzazione».
Chilometro zero – La maggior parte dei self service non è così avanzata. È semplicemente munita della cassetta per inserire le monete oppure di un numero telefonico per fare un versamento Twint. «Poco importa – precisa Genini –. Il proliferare di questi spazi valorizza la figura del contadino. E in contemporanea permette alla popolazione di riscoprire la bontà e la qualità del chilometro zero».







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